Incontro in Campidoglio tra il sindaco di Roma, Virginia Raggi, e i rappresentanti della Città Metropolitana, per parlare della riorganizzazione delle partecipate e dei progetti per riqualificare le periferie. Il nuovo modello di governance per le aziende del Comune è all’insegna della semplificazione e del risparmio.
Da ciò che circola sembra che il sindaco, l’assessore al Bilancio e il capo di gabinetto abbiano già pronta le delibera che riguarda cinque partecipate: Roma Metropolitane, Aequa Roma, Roma Servizi per la mobilità, Risorse per Roma e Zètema.
Alle società verranno poste alla guida un amministratore unico, con funzioni economico-gestionali, ed un direttore generale più tecnico-operativo, come è stato già fatto per Ama e Atac.
Infatti dopo lo scontro tra l’assessore all’Ambiente, Paola Muraro e l’ex presidente Ama, Daniele Fortini, quest’ultimo si è dimesso. Al suo posto sono subentrati Alessandro Solidoro come amministratore unico, mentre la scelta di direttore generale è caduta su Stefano Bina.
Questa novità permetterebbe al Comune di risparmiare 400mila euro l’anno. Inoltre la delibera avrà come obiettivi anche le partecipate minori, che adotteranno il nuovo modello di governance e la modalità di scelta trasparente ai vertici.
La delibera dovrà essere formalizzata e in seguito portata in Giunta tra il 29 e il 2 settembre.
Non si sa ancora nulla, invece, per ciò che riguarda quelle società comunali che non forniscono servizi pubblici, come Farmacap e Assicurazioni di Roma. Altrettanto riguarda la dismissione delle quote azionarie detenute da Comune, Ama e Atac in altre società quali Aeroporto di Roma, Eur spa e il Centro Agroalimentare di Guidonia.
Altro nodo che dovrà affrontare il sindaco di Roma sarà la riduzione degli stipendi di alcuni suoi collaboratori: Salvatore Romeo, con stipendio triplicato da 40mila a circa 110mila euro e Andrea Mazzillo, con un compenso di quasi 90mila euro.
La Raggi dovrà anche affrontare la questione Raffaele Marra, già collaboratore di Alemanno e della Polverini, è ancora vice capo di gabinetto nonostante avesse accordato con Beppe Grillo di destinarlo ad altro incarico.
Quello che rimarrà invariato sarà lo stipendio di 193mila euro annui del capo di gabinetto Carla Romana Rainieri, difesa dal Movimento dalle accuse provenienti dal Pd, che fa confronti con i predecessori. “Basile 180mila (Alemanno), Basile 75mila (Alemanno), Fucito 73mila (Marino)”.
Non mancano quelle da parte di Giorgia Meloni: “Dicevano che avrebbero tagliato i costi e spese ma nominano un capo di gabinetto che a occhio guadagna più di un presidente del Consiglio”.