Mentre tanti volontari sono in azione, senza dormire, scavando con le mani e portando aiuti alle popolazioni colpite, c’è chi va a caccia di visibilità con polemiche gratuite sulla morte e sul dolore.
di Massimo Sbardella
Con un post sui social network il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, fa l’elogio dell’azione. “Terremoto: in queste ore drammatiche c’è stata una mobilitazione commovente e straordinaria. Tutte le forze sul campo hanno fatto un grande lavoro per far sentire meno sole le persone di Amatrice e di Accumoli. La Regione ha stanziato più di 6 milioni di euro per far fronte a questa prima emergenza e anche oggi siamo sul posto per essere vicini ai soccorsi e fare il punto della situazione. Puoi trovare tutti gli aggiornamenti in tempo reale qui”.
A corredo una foto in cui il presidente parla con i responsabili della Protezione Civile. Sullo sfondo si vede Sandro Faraglia, uno dei volontari del gruppo di Palestrina, partiti all’alba del 24 agosto, pochi minuti dopo il devastante sisma. Da allora sono ancora al lavoro per portare aiuti e ristoro alle popolazioni colpite.
Gente che lavora, al di là delle proprie forze, senza se e senza ma, per mettersi a servizio incondizionato di chi ha bisogno. Questa è la Palestrina di cui andare orgogliosi. A fare da contraltare, come spesso accade, c’è quella parte di città che alle azioni preferisce le parole. Chi proprio non ce la fa a mettersi a servizio della collettività e, anche davanti al dolore e alla morte, preferisce cercare visibilità in modo strumentale. Ciò che interessa è chiedere al sindaco di Palestrina se sia legittimo o meno che il Comune utilizzi i social come strumento per convogliare in un unico canale gli appelli di aiuto e solidarietà. “La Protezione civile di Palestrina e l’amministrazione comunale – compare alle 12 di mercoledì sulla pagina Città di Palestrina – invitano tutti i cittadini a seguire solo ed esclusivamente i loro canali ufficiali. Tutte le comunicazioni necessarie e gli appelli passeranno attraverso questo profilo e quello della Protezione Civile al fine di evitare inutili sciacallaggi mediatici e garantire un puntuale e preciso svolgimento delle attività di soccorso come da protocollo delle emergenze”.
Passa appena un’ora e i due consiglieri di Bella Palestrina inviano una nota al sindaco, che divulgano subito sui social. Dentro si denuncia “l’inutile divulgazione di comunicati online attraverso canali non ufficiali della Città di Palestrina. In quanto non in linea con le norme che disciplinano le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni”.
Al tentativo di agire, con ordine ed efficacia, di Protezione civile e Comune si contrappone, di fatto, la questione formale sui termini della legittimità degli strumenti della comunicazione istituzionale. In sostanza, mentre la gente muore sotto le macerie e la comunità si mobilità con aiuti concreti ed efficaci, altrove prevale sterilità delle parole e strumentalità delle polemiche.
Fin quando il caso vuole che, dal profilo Facebook della Regione Lazio, il presidente Zingaretti restituisca dignità all’azione, premiando il fare contro il dire.
E’ la politica che ci piace. Quella che ci farà stare sempre dalla parte di chi lavora, di chi si dà da fare, di chi tra le parole e l’azione non ha dubbi e sceglie sempre la seconda. Senza cercare la ribalta, ma solo l’efficacia del proprio agire. A maggior ragione in momenti così importanti e delicati.