Anni di degrado e abbandono rendono pericolosa l’area nel cuore di Palestrina. I rotoli di erba sintetica, incendiati nel 2021, ancora al centro dell’ex campo sportivo, tra tondini di ferro, siringhe e sporcizia.
Piazzale Italia. E’ il gennaio 2021 quando Palestrina in Comune – formazione politica attiva sul territorio – pubblica le fotografie di rotoli di manto sintetico accatastati all’interno del campo di calcio di Piazza Italia.
Una vera e propria discarica si cela tra l’erba alta, nei dintorni del campo, tra immondizia e reti di protezione divelte.
Pochi giorni prima, qualcuno aveva pensato bene di appiccare il fuoco a quei rotoli, sprigionando fiamme e fuoco sotto le case, tra la paura dei residenti e l’intervento dei vigili del fuoco che evitò il peggio.
Poche ore dopo, la società sportiva che aveva – ed ha ancora oggi – in gestione il campo diramò un comunicato con cui sottolineava come l’allarme lanciato da Palestrina in Comune in realtà fosse un equivoco, trattandosi di rotoli di erba sintetica – regolarmente acquistati da un’altra società sportiva – utili al completamento del manto erboso del campo B dello stato Sbardella.
Rotoli di erba sintetica nel campo di Piazzale Italia: chiarito il giallo
“I rotoli accatastati al campo di piazzale Italia – sottolineò il presidente dell’Us Palestrina calcio, Augusto Cristofari – non sono materiali da smaltire bensì erba sintetica, con relativo tappetino per la posa, che ho acquistato (con tanto di fattura e bolla) dalla As Roma. Erano di copertura su un campo che è stato smantellato e, poiché erano ancora in ottime condizioni, li ho presi per sistemare il manto erboso del campo B, che si trova invece in condizioni molto precarie. Un intervento che faremo in primavera”.
Non sappiamo quali siano le condizioni oggi del campo B dello Sbardella, se il manto sia stato ripristinato o meno, questo poco importa ai fini del racconto. Di sicuro non sono stati usati quei rotoli.
Ciò che più preme è lo stato del campo e delle zone adiacenti a piazzale Italia, oggi lasciate in balia del degrado e dell’abbandono, dei rifiuti e del tempo.
I rotoli di erba sintetica sono ancora lì (sono gli stessi o ne sono stati portati altri?), poggiati in mezzo all’erba alta del campo; le reti sono divelte, consentendo così l’accesso a chiunque.
Sacchi di immondizia e calcinacci sono sparsi vicino quella che era l’entrata al campo da parte degli atleti, i tondini di ferro che sorreggono i nastri della polizia municipale tenuti in piedi da chissà quale legge della fisica; siringhe utilizzate da tossicodipendenti abbandonate vicino la dog area.
Un luogo centrale, sotto gli occhi di tutti, abbandonato al caso, all’incuria, ai delinquenti dallo scarico facile. Nessuna amministrazione degli ultimi 15 anni ha voluto prendere in mano la situazione, per farlo tornare un luogo per far praticare lo sport ai ragazzi, e nell’era Moretti (appena conclusa) la situazione è precipitata.
Sia Lena che De Angelis non riuscirono ad evitare l’abbandono dell’impianto, tranne i rari e limitatissimi casi in cui associazioni come Nel Nome del Rock o l’allora Asd Rugby Praeneste se ne presero cura, riportandolo ad uno stato quantomeno dignitoso.
Una speranza era arrivata con la giunta “Moretti”, ben presto naufragata nel mare di parole e zero fatti che l’ha contraddistinta.
Oggi lo stato di abbandono è totale. Palestrina in Comune, nella sua denuncia, aveva sottolineato come il sito fosse sottoposto a vincoli archeologici. Sull’area ancora sussiste pure una convenzione che imporrebbe (salvo modifiche, che a noi non risultano) la cura dell’area alla Us Palestrina. Ma tutti se ne lavano le mani. Quel che conta davvero è ciò che appare sotto gli occhi di tutti.
La messa in sicurezza e la pulizia dell’area non è un favore che bisogna chiedere a soggetti pubblici o privati bensì un dovere nei confronti della città e dei suoi cittadini.
Oggi che a Palestrina si è insediata la commissaria prefettizia, Enza Caporale, la speranza è che – senza dover più rispondere alle lente logiche della politica – possa prendere in carico l’esigenza, primaria, di mettere in sicurezza un’area di proprietà del Comune di Palestrina che, nel cuore della città, non ha più ragione di essere tollerata.