Ospedale di Palestrina, emergenza Covid agli sgoccioli. Si avvia la riconversione

Con una nota all’unità di crisi ed all’Assessore alla sanità Alessio D’Amato, la Asl Rm5 comunica che dal 13 Maggio non vi è stato più alcun ricovero Covid. Le parole del direttore Santonocito. Solo 5 pazienti Covid al Coniugi Bernardini. Dopo la loro dimissione, occorreranno alcuni giorni per la sanificazione e il ritorno alle normali funzioni pre-emergenza. La nota del consigliere regionale Rodolfo Lena.

E’ lo stesso direttore Giorgio Giulio Santonicito a comunicare la decisione alla Regione Lazio. Una notizia in realtà anticipata dal Consigliere regionale Rodolfo Lena tramite una nota affidata ai social. L’Ospedale di Palestrina è pronto alla riconversione ad ospedale civile entro poco tempo.

“L’emergenza è finita all’Ospedale di Palestrina. 
Da oggi nessun nuovo paziente Covid positivo sarà ricoverato! 

La decisione è stata presa per accelerare il ritorno alla normalità con la riattivazione di tutti i servizi ai pazienti del territorio. 
Si dovrà attendere che i pazienti attualmente ricoverati siano dimessi per passare alla seconda fase: tre giorni di chiusura che serviranno a sanificare tutti i locali della struttura.
Poi la riapertura, con il ritorno alla normalità ed il mantenimento di nuovo personale impiegato in questa difficile fase e delle sale di terapia sub-intensiva”.

Cinque pazienti Covid al suo interno, per i quali si attenderà il decorso della malattia e le loro dimissioni per poter procedere poi alla santificazione dei locali e dei macchinari ed al ritorno alla normale funzione civile.

“Palestrina – aggiunge Rodolfo Lena – ha fatto la propria parte, questo territorio ha penalizzato se stesso per stare vicino alle persone che hanno combattuto questa terribile malattia: ora è il momento di ricominciare a pensare ai nostri cittadini e ai servizi che meritano!”.

Sulle tempistiche nessuno si sbilancia. Difficile dire se ci voglia qualche giorno o di più, tutto dipenderà da delle variabili di non poco conto, quali il decorso della malattia di coloro che sono ancora ricoverati, i tempi tecnici per la riconversione.

Lo stesso direttore Santonocito afferma che ” neri prossimi giorni si potrà fare una serena proiezione del fattore tempo. Ciò che conta è che è stato avviato il percorso per riaprire tutto ciò che avevamo prima, potenziato attraverso gli interventi strutturali e alla nuova dotazione dei 4 posti di rianimazione che prima non c’erano. Rafforzeremo il percorso materno infantile e il punto nascita. Al riguardo vale la pena ricordare che essendo scesi sotto i 500 parti l’anno, questo reparto era in deroga rispetto alla legge. Sono convinto – aggiunge il direttore – che grazie alla rianimazione e al parto analgesia, quel limite verrà superato di molto, dando una spinta a tutto l’ospedale”.

L’ospedale comincia il ritorno al normale svolgimento dei suoi servizi ai cittadini del territorio quindi, anche se occorrerà del tempo, con l’implementazione in pianta organica di una parte del personale arrivato per l’emergenza Covid e con 4 posti di terapia sub-intensiva. Rimane il nodo TAC, ormai obsoleta. Un macchinario a 4 strati risalente a decadi fa, che spesso risulta guasto. Si potrebbero sfruttare i fondi Ue che proprio in questi giorni hanno avuto il via libera. 1 miliardo e 752 milioni da spendere nella nostra sanità, come giustamente ha sottolineato il consigliere comunale di Palestrina Democratica Emiliano Fatello.

Pubblicato da Matteo Palamidesse

Vicedirettore di Numerozero, giornalista dal 2006 con la grande passione per la fotografia. Metà casa in Italia, metà in Etiopia. Divide la sua vita tra lavoro, famiglia ed amici (pochi ma buoni).

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