Dalle sigle sindacali della Asl Roma 5 riceviamo e pubblichiamo una nota che evidenzia la difficile situazione:
Non è il titolo di una nuova serie televisiva, ispirata da un evento catastrofico, ma è ciò che sta realmente accadendo dal giorno dell’incendio che ha causato la chiusura dell’ospedale di Tivoli. Ad oltre un mese dall’evacuazione dei pazienti, i reparti di degenza restano chiusi!!! La cosa peggiore che salta agli occhi è la totale indifferenza sulla lentezza dei provvedimenti che potrebbero, e dovrebbero, consentire la ripresa delle attività.
Tempi della magistratura e urgenza di risposte
È evidente che i tempi della Magistratura, che deve dare risposte certe sulle cause e le responsabilità che hanno portato al rogo, non possono essere gli stessi della soluzione politica dell’emergenza sanitaria che si è determinata. In un momento così delicato per l’intera popolazione, che non ha più un Dipartimento di emergenza e accettazione e vede il primo Pronto Soccorso degno di questo nome ubicato a Palestrina, le iniziative più appropriate spettano alle istituzioni che devono farsi carico del problema con risposte tempestive e all’altezza di una situazione così complessa e delicata.
Sguarnito un territorio di 600 mila abitanti
Comune di Tivoli e Regione Lazio hanno il dovere morale e istituzionale di adottare, nei tempi più rapidi possibili, tutti i provvedimenti amministrativi e logistici per mettere la ASL Roma 5 nella condizione di restituire i servizi essenziali di assistenza sanitaria alla cittadinanza. E’ altrettanto evidente che un territorio con circa 600.000 abitanti non può e non deve essere lasciato senza la possibilità di accesso alle cure primarie oltre il tempo strettamente necessario, nell’indifferenza di chi ha la possibilità e la responsabilità di adottare provvedimenti idonei per le soluzioni del caso.
Le patologie “tempo-dipendenti”
Il riferimento, in particolare, è alla gestione della Rete delle patologie tempo-dipendenti: l’ictus, l’infarto miocardico acuto e la patologia vascolare acuta. Si tratta di problematiche che richiedono interventi immediati e che, in questo momento, non possono essere presi in carico presso il DEA di I livello dell’Ospedale di Tivoli. Tale condizione sta generando una pressione spropositata e difficilmente gestibile sugli altri ospedali della Regione Lazio, costretti a ridurre drasticamente fino alla chiusura delle attività di elezione, soprattutto quelle chirurgiche, con tempi di attesa per i ricoveri inaccettabile e, pertanto, con ripercussioni gravissime sulla salute dei cittadini.
La salute pubblica lasciata al suo destino?
Le esigenze di salvaguardia della salute pubblica della popolazione della ASL Roma 5 non possono essere lasciate al loro destino, ma necessitano di soluzioni organizzative urgenti e improrogabili che, per un territorio da Tivoli fino a Subiaco, mancano da un mese a questa parte. Unici provvedimenti avviati per far fronte alla crisi sanitaria della ASL Roma 5 sono stati l’apertura di un Punto di Primo Soccorso nella Palestra scolastica adiacente all’ospedale di Tivoli (totalmente insufficiente ed inadeguato alle necessità della popolazione) e la ridistribuzione dei servizi e del personale sui restanti presidi ospedalieri dell’azienda (non dotati delle prerogative di DEA di I livello) e sulle aziende limitrofe, ma nessuna soluzione alternativa è stata adottata per la gestione delle patologie urgenti, se non i trasferimenti verso gli altri ospedali della regione mediante la rete dell’emergenza del 118.
L’appello delle sigle sindacali
Le sigle sindacali del Comparto e della Dirigenza Medica dichiarano la propria disponibilità a partecipare ad un tavolo di confronto nel quale discutere soluzioni condivise alle quali segua un intervento sinergico delle istituzioni, Comune di Tivoli e Regione Lazio, finalizzato all’adozione di provvedimenti urgenti per la riorganizzazione della Rete e della gestione delle patologie tempodipendenti nel territorio della ASL Roma 5 e per la rapida riapertura del DEA di Tivoli.