Caos Roma, gli attivisti Cinque Stelle cominciano a spazientirsi

Ripercorriamo gli ultimi giorni di fuoco della giunta Raggi: quanto è grave la situazione a Roma?

“Roma, Raggi perde i pezzi: getta la spugna anche il Ragioniere generale” e ancora “Roma, paralisi nei conti di bilancio: già persi 48 milioni per le scuole”. I titoli di ieri di giornali, periodici e blog di informazione hanno gettato sconcerto anche tra gli stessi grillini. Quando dalle colonne di questo quotidiano online lanciavamo l’allarme su Roma non scherzavamo. Un assessorato al bilancio è sinonimo di previsione e sviluppo, un Ragioniere generale è il punto cardine di un’Amministrazione di un Ente. Le parole del dimissionario Stefano Fermante («lavoro senza un indirizzo politico e nella situazione in cui versa il Campidoglio i rischi sono troppo alti: i conti sono peggiorati») lanciano l’ennesimo grido di allarme per Roma.

Cosa sta accadendo a Virginia Raggi? Qual è la vera faccia del Movimento Cinque Stelle che solo cento giorni fa aveva raggiunto percentuali bulgare a Roma? Un dato salta agli occhi: fare opposizione è senza dubbio più facile per un Movimento che vanta neofiti della politica. Amministrare è ben altro. Amministrare significa scendere a compromessi – non si legga esclusivamente in negativo quest’ultima affermazione. Discutere, parlare, temporeggiare ed attaccare: amministrare non fa rima con lo strillare. Fare politica è raccogliere le istanze del territorio e impiegare il minor tempo possibile per trovare la soluzione.

I dati dei primi cento giorni sono allarmanti. Non solo per i conti. Il numero delle delibere di giunta denota l’assoluto immobilismo della giunta, spaccata e incompleta, di Virginia Raggi. In tre mesi Chiara Appendino ha firmato 209 delibere di giunta; Giuseppe Sala a Milano ha toccato le 397; la Giunta comunale di Roma ha approvato 39 delibere di giunta, lo stesso numero che comuni prenestini e castellani raggiungono in circa due mesi, con tutte le differenza del caso.

Il Movimento Cinque Stelle ha avuto il grande merito di avvicinare i cittadini alla politica. Grillo e Casaleggio sono riusciti nell’intento di coprire quella voragine aperta dal trasformismo e dalla corruzione. Da qui a governare, però, ci passa il treno della preparazione, quello della programmazione e, infine, quello dell’idea di sviluppo di una città.

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