Il Ragioniere generale Stefano Fermante ha rimesso il mandato nelle mani del sindaco Virginia Raggi, come da lui espressamente annunciato, allegando una relazione di 20 pagine alle sue dimissioni. “C’è troppa confusione” ha ammesso.
“Io sono completamente isolato, lavoro senza un indirizzo politico, visto che l’assessore al Bilancio si è dimesso il primo settembre e la sindaca in tutto questo tempo non ha mai voluto incontrarmi. Ma nella situazione in cui versa il Campidoglio i rischi sono troppo alti: i conti sono peggiorati, io sto in prima linea, esposto a critiche spesso feroci, senza che nessuno mi dica cosa fare. Una responsabilità enorme, che non posso sopportare da solo” queste le parole del Ragioniere generale Stefano Fermante a giustificazione delle dimissioni.
La decisione di Ferrante arriva in un momento nel quale il Sindaco Raggi ha accorpato le deleghe senza nomina (bilancio, partecipate e Patrimonio) scorporate da tempo; una decisione forse determinata dall’addio di Salvatore Tutino, successore in pectore di De Dominicis fino a poche ore dalla nomina, poi ritirata con tanto di strascico di polemiche (mai ufficialmente però, cosa avvenuta solo oggi).
Una giornata cruciale quella di oggi, nella quale la giunta formalizzerà in maniera ufficiale il no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024.
Il contesto non è dei migliori. Con le casse comunale ormai al collasso, una situazione di pre default ammessa da molti fronti ed un debito storico di miliardi, Roma appare a molti sull’orlo del baratro.
Mentre le opposizioni contestano il mancato operato della giunta Raggi, anche da parte del M5s non si esita a spingere la Raggi a operare delle scelte, chiare ed in linea con il programma del movimento.
“Adesso c’è bisogno di un’azione virtuosa, anche perché ereditiamo un debito storico di svariati miliardi. È una sfida molto seria” ha tuonato Roberta Lombardi alla stampa che ha aggiunto “vigileremo sull’operato della sindaca affinché applichi il programma per il quale il M5s è stato eletto nella capitale” : affermazioni che denotano molto bene il momento di tensione oggi vissuto all’interno del movimento e lo stato di pressione che la Raggi sta sopportando, derivante non solo dall’esterno.