L’iniziativa promossa dal Circolo Culturale Prenestino “Roberto Simeoni” e recepita dall’amministrazione comunale il cui consiglio ha deliberato all’unanimità, si è svolta ieri a Palazzo Verzetti, davanti un pubblico consistente, alla presenza dei fratelli di Angelo Vassallo, Dario e Massimo, del Sindaco Mario Moretti e del Presidente del Consiglio Comunale Simone Coccia, dei rappresentanti del Circolo Culturale Prenestino “Roberto Simeoni”.

L’occasione era quella giusta, la Giornata nazionale per la memoria e l’impegno in ricordo della vittime innocenti delle mafie, e Palestrina ha risposto.
La mozione, presentata dal Circolo Culturale “R. Simeoni” è stata accolta in modo unanime dal consiglio comunale, presente in tutte le sue appartenenze politiche all’evento.
Dopo i saluti istituzionali da parte del Sindaco Mario Moretti e la benedizione impartita da Don Felicetto Gabrielli, Vicario generale della diocesi di Palestrina, la parola è passata al Sindaco ed ai consiglieri del consiglio delle ragazze e dei ragazzi.

Le domande dei ragazzi hanno costituito l’architrave della narrazione della vita di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore come tutti noi lo ricordiamo. A raccontare aneddoti e attimi della sua vita di amministratore i fratelli, Dario e Massimo.
E’ proprio Dario ad aprire la porta alla verità, portando a conoscenza dei presenti il fatto che a 11 anni, sei mesi e 2 giorni di distanza dall’omicidio del fratello, la Commissione parlamentare antimafia è forse arrivata a dare risposta alle tante, troppe domande rimaste fino ad oggi in balia del tempo.
Pezzi dello stato infedeli, una piccola comunità come il comune di Pollica, cose che Angelo “non avrebbe mai voluto vedere” come confessò il giorno prima di essere ucciso, l’indifferenza dei cittadini che monta col passare dei mesi, la cattiveria di alcuni.

Dinamiche che ben conosciamo, alle quali abbiamo assistito in molti casi annoverati tra i delitti di mafia, humus che però sono ben presenti in molti dei nostri territori, non solo in alcuni definiti “difficili” dalla narrativa comune.
Dinamiche che possono instaurarsi anche all’interno di comuni apparentemente virtuosi e che vedono come unico scudo difensivo, la presenza di un corpo civile forte, di una classe dirigente conscia del proprio ruolo e dal senso di appartenenza alle istituzioni che non andrebbe mai disatteso, in primis dagli appartenenti.
La targa oggi è sotto l’ulivo, all’entrata della casa comunale, monito di cosa significhi dare la vita per il proprio territorio, ricordo di un uomo dai valori granitici, simbolo di virtù per tutti coloro che andranno ad occupare gli scranni di Palazzo Verzetti, come ha ricordato il sindaco Mario Moretti ai presenti.

“La verità va cercata tutta insieme” ha affermato Dario Vassallo sul finire della cerimonia. Ad Angelo Vassallo la dobbiamo, ma ancor di più – se vi è un insegnamento da agguantare con forza- lo dobbiamo ai nostri territori.