Al Teatro Trastevere “Taglio la corda” ha riproposto al meglio sul palco un tema trattato al cinema da Ridley Scott e Paolo Virzì.

di Massimo Sbardella

Sold out, al Teatro Trastevere di Roma, per il weekend che ha ospitato “Taglio la corda”, una commedia tenera e stravagante incentrata su come un incontro/scontro possa trasformarsi in vera amicizia e animare la speranza di rimettersi in gioco, per ricominciare, pur avendo sulle spalle il peso di vite travagliate. Le due serate si sono concluse tra gli applausi, qualche lacrima di commozione e l’apprezzamento del pubblico con la consapevolezza, per le due protagoniste, di essere riuscite a trasmettere quelle emozioni e quel divertimento che, per prime, hanno provato sulla loro pelle.

Le protagoniste

Non era facile, per Brenda Monticone Martini e Silvia Grassi (dirette dal regista Marco Belocchi), riprendere un tema già magistralmente trattato (cinematograficamente) da Ridley Scott in “Thelma e Luise” e da Paolo Virzi in La “pazza gioia” e tenere alta la tensione della sala. Eppure ci sono riuscite e lo hanno fatto nel modo migliore.

La storia

La storia delle due donne che fuggono da una vita deludente (la casa di cura mentale per Domitilla, una famiglia che la trascura per Marisa) non è affatto scontata e, in una scenografia volutamente scarna ed essenziale, cattura lo spettatore dall’inizio alla fine.

Nella sceneggiatura di “Taglio la corda”, scritta a quattro mani da Maria Letizia Avato e Brenda Monticone Martini, le due donne si calano in un’avventura surreale nella quale, tra screzi, prese in giro e provocazioni, restano sempre le uniche protagoniste sul palco accompagnando gli spettatori a condividere situazioni diverse e inattese, incontri piacevoli e rischiosi svelando, l’una all’altra, due personalità molto differenti. Da un lato Domitilla (Silvia Grassi), abbandonata in una casa di cura mentale dopo essere stata lasciata dal marito, evidenzia un carattere forte, con tante “avventure amorose” alle spalle e la spavalderia di chi la sa lunga. Le fa da contraltare Marisa (Brenda), all’apparenza ingenua e sprovveduta, che pur avendo mille paure non si nega il desiderio di cambiare vita.

Una coppia tutta da scoprire

Alle due attrici va riconosciuto il merito di aver centrato l’obiettivo di far ridere e riflettere, nonostante l’accoppiata (Silvia/Brenda) fosse un inedito sul palco con la tensione, per la Monticoni, di mettersi in gioco con questa commedia al di fuori delle mura “amiche” del Teatro Ivelise, che dirige da anni con entusiasmo e passione, per misurarsi davanti al pubblico del Teatro Trastevere.

La commedia lascia un segno chiaro allo spettatore, una speranza che in questi tempi difficili ci dà conforto e ci indica, in modo leggero ma incisivo, che cambiare la propria vita, il proprio destino, dipende soltanto da noi stessi, dal nostro coraggio, dalla nostra gioia di vivere.

Il commento di Brenda

“E’ stata incredibile la risposta del pubblico – commenta soddisfatta Brenda Monticone Martini – sia in termini di partecipazione, con due giornate di tutto esaurito e tante richieste che non siamo riuscite a soddisfare, che per il calore che abbiamo ricevuto dalla sala. Ci siamo messe in gioco con un tema tutt’altro che semplice e scontato e l’entusiasmo che abbiamo ricevuto ci sta facendo riflettere se riproporlo. Intanto la gioia è tanto e, dal regista Marco Belocchi a chi ha curato scenografie, trucchi, luci e audio e ogni altra cosa, ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato ad ottenere questo grande successo”.

Foto di Maria Letizia Avato

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