Stadio della Roma. Berdini: ” Userò ogni mezzo a disposizione per fermarlo”

Non ci va leggero sullo stadio della Roma, l’Assessore in pectore del Comune di Roma, Paolo Berdini.

” Se farò l’assessore all’Urbanistica, mi guarderò le carte, perché io rispetto la legge, ma userò ogni mezzo a disposizione per fermare lo stadio. In una città fallita volete spendere milioni per questo?”.

La notizia riportata dal quotidiano La Repubblica, deriverebbe dalle affermazioni fatte da Berdini dai microfoni della trasmissione “Fatto in Italia” di Radio Radicale.

Ad un mese esatto dalla consegna di tutta la documentazione per la costruzione dello stadio al Comune di Roma, cala il gelo in casa Pallotta.

“Le infrastrutture le paga il pubblico con gli oneri concessori” attacca Berdini. “Sono contrario: abbiamo due stadi meravigliosi, Olimpico e Flaminio, quest’ultimo ora quasi pericolante” afferma.

Poi rincara la dose, cercando di approfondire il tema: ” Stiamo a 13,5 miliardi di deficit per l’urbanistica non sensata, poi due miliardi accumulati in tre anni di Marino per portare servizi nella città esplosa, 3,5 miliardi di fondi derivati ai tempi del sindaco Veltroni di cui non si sa nulla. Roma sta fallendo e noi parliamo del videogioco stadio, una follia urbanistica scellerata. La vogliamo finire? Chiudiamo il rubinetto della mala urbanistica”. 

Berdini suona la carica, dicendo che la città di Roma deve ritrovare il coraggio di essere davvero Capitale d’Italia. Questo, a parer suo, lo si fa parlando chiaro, trovando alternative valide.

Alle parole di Caudo, che ha affermato che nessuna speculazione o mala urbanistica è in atto con il progetto dello stadio, risponde: “Voglio costruire uno stadio. Quella zona è deserta, bisogna fare infrastrutture? Cari signori me le pagate in cubatura”. In quale parte dell’Europa civile si permette di alzare un milione di metri cubi perché altrimenti lo stadio non funziona? Che gli importa al Comune?”.

 

 

 

Pubblicato da Matteo Palamidesse

Vicedirettore di Numerozero, giornalista dal 2006 con la grande passione per la fotografia. Metà casa in Italia, metà in Etiopia. Divide la sua vita tra lavoro, famiglia ed amici (pochi ma buoni).

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