di Massimo Sbardella
La sindrome da social network colpisce il sindaco di San Cesareo, Pietro Panzironi, che rende locale la bufala dei falsi tecnici e la rilancia. Polizia e carabinieri tranquillizzano: nessuna denuncia al riguardo.
La sindrome da social network colpisce il sindaco di San Cesareo, Pietro Panzironi, che fa sua la “bufala” dei falsi tecnici comunali e la rilancia. In totale buona fede, infatti, il primo cittadino Casilino riceve su whatsapp l’allerta del giorno e, scambiandola per una segnalazione, la utilizza per diramare un comunicato stampa. Purtroppo la truffa di falsi tecnici che entrano in casa di anziani per derubarli è attiva, da anni, 365 giorni l’anno. Non è escluso, quindi, che lo stesso accada anche oggi, con il pretesto del terremoto. Per fortuna, però, nell’area prenestina non si segnalano casi.
“A seguito di alcune segnalazioni giunte stamane in Municipio – si legge nella nota del Comune di San Cesareo – circa la presenza sul territorio di San Cesareo di falsi tecnici del Comune che chiedevano di entrare nelle abitazioni per effettuare sopralluoghi per verificare la stabilità degli edifici dopo la forte scossa dello scorso 30 ottobre che ha colpito duramente le Regioni del Centro Italia, il sindaco Pietro Panzironi avvisa i cittadini che l’Amministrazione non ha dato alcuna disposizione in tal senso, quindi i fantomatici incaricati in realtà potrebbero essere dei malintenzionati”.
“Prestate attenzione a falsi dipendenti comunali che girano per la città chiedendo di entrare nelle case per verificare se ci sono danni – dichiara Panzironi nella nota -. Nessun tecnico incaricato dal Comune di San Cesareo sta infatti effettuando ispezioni all’interno di abitazioni private. Per tale ragione, chiunque riceva visite del genere presti la massima attenzione e avvisi il prima possibile le Forze dell’Ordine”.
Basta scorrere il web, in realtà, per rendersi conto che la psicosi da “falsi tecnici comunali”, che ha colpito anche altri sindaci come Panzironi, scaturisce da un messaggio virale di whatsapp circolato oggi su milioni di smartphone che, pressoché tale e quale, si ripropone frequentemente in varie zone d’Italia e per vari motivi. Con l’intento reale di diventare spam, non di mettere in guardia qualcuno.
Prima di prestarsi a fare da cassa di risonanza a queste cose, quindi, sarebbe sufficiente, per chiunque riceva tali messaggi, copiare e incollare su Google il contenuto del messaggio stesso in modo da rendersi conto se si tratta di qualcosa di originale, e contestualizzato al proprio territorio, oppure di semplice spam.
Intanto, per precauzione, senza alimentare ulteriore panico (inutile) Polizia di Stato e carabinieri hanno effettuato verifiche in relazione all’allarme, in particolare tra le chiamate al 112. “Il responso – come conferma il Corriere della Sera in un articolo pubblicato in serata – è stato negativo. Fino alle 16 nessuna denuncia di truffe a domicilio, dicevano in serata a via San Vitale. Analoghi accertamenti sono stati compiuti dal comando provinciale dei carabinieri, da tempo in prima linea contro gli impostori sull’uscio di casa”.