Salvini riempe Piazza Santa Maria degli Angeli, con un comizio da copione.
Diciamocela tutta, la piazzata di Salvini è riuscita a meraviglia. Slogan perfetti, piazza piena, organizzazione impeccabile, comizio come da copione. I fan e gli elettori arrivati dalla città e dai paesi limitrofi in puro delirio. Cosa volere di più? Forse l’innamoramento dei cuori, la cieca fiducia nel capitano, l’abnegazione totale per un solo obiettivo, ma andiamo per gradi, siamo solo agli inizi.
Avrà davvero rubato il cuore alla città? Tutto può essere, al netto del fatto però che le elezioni amministrative sono dominate da logiche diverse dalla politiche, logiche che spesso vanno in controtendenza rispetto alle altre, legate molto più agli interessi locali che a quelli di simbolo.
Condivisibili o meno, il messaggio di Matteo Salvini è arrivato dritto al dunque, e con un monologo di venti minuti ha toccato tutti i temi cari al leader del carroccio, affondando il coltello tra selfie e battute, negli argomenti chiave: sicurezza, tasse, migranti, lavoro.
Certo, un bel colpaccio per Mario Moretti e Umberto Capoleoni, che forti del vento in poppa hanno assestato per bene il gancio all’odierna campagna elettorale. Ciò che va riconosciuto è la caparbia capacità di organizzazione e la fermezza di intenti dei leader della coalizione.
Ma la campagna elettorale è ancora lunga e presenta, come anticipato, un iter ben più complesso del voto derivante dal trasporto emotivo. Cinque sindaci, centinaia di candidati, famiglie divise, interessi particolari, dissidi personali ed interni ai partiti, sono tutte variabili che decideranno il risultato del voto, peseranno molto di più di qualsiasi manifestazione, di qualsiasi folla e di qualsiasi slogan.