Di Massimiliano Rosicarelli

Ci lascia a 67 anni, Maurizio tomassi, detto Tommy, figura di spicco del basket prenestino che ha solcato i parquet della serie A.

Palestrina. Maurizio Tomassi ha dato a Palestrina una notorietà immensa. Lui, uno di quei giocatori in grado di risolvere da solo un incontro di basket.

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A piangerlo non solo la Pallacanestro Palestrina, ma tutta la città. Un uomo schietto, esemplare, capace di prendere decisioni, di rischiare. Come quell’8 maggio del 2001 in un Palaflacco colmo di gente, quando traghettò quel Palestrina del primo anno di Presidenza Cilia verso la promozione in B2 contro Pescara, subentrando a campionato in corso a Coach Prosperi.

Maurizio Tomassi ha diretto anche altre panchine, spesso di storiche rivali sportive come quella di Veroli o di Ciampino, quello stesso Ciampino che oggi si contende il passaggio in B con gli arancioverdi.

Alzi la mano chi non ricordi quell’8 maggio 2001: gente assiepata in tribuna, fuori al Palaflacco con la pioggia a martellare i parabrezza delle auto come oggi: quello storico 86 a 68 su Pescara con un certo Alejandro Muro a tagliare la retina del canestro di Via Verrio Flacco e con Maurizio a sorridere con compostezza e quel pugno di mano alzato al cielo.

Con lui quel roster composto da Giancarlo Maiolo, Massimo Chiostri, Marco Pellegrini, Maurizio Macchi, Daniele Spelta, Agostino Galdi, Luca Filippi, Alessandro Busca, Matteo Coccia, Fabio Colagrossi, Massimo Ricci, Matteo Rischia, Alessandro Del Moro, Gianluca Giuliano, Paolo Santi, Walter D’Alessandro ed Alejandro Muro.

Un personaggio che mancherà a tutti, uno sportivo dalla carriere straordinaria, che ha indossato con orgoglio la gloriosa canotta del Banco Roma in serie A.

Se ne va un Uomo vero, un marito e padre, un allenatore che amava la pallacanestro come pochi e che lascia un’eredità a tutti noi prenestini: crederci sempre, senza arrenderci mai, fai buon viaggio, amico Maurizio Tommy Tomassi.

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