Il consigliere comunale organizza un convegno su Decreto sicurezza e Quota 100 ma il gruppo locale della Lega lo smentisce: “iniziativa estranea in quanto non concordata e coordinata con il direttivo di Valmontone”
La storia politica italiana insegna una cosa: a costruire consenso può anche bastare poco tempo ma per conservarlo occorre che un partito si strutturi, rispetti ruoli, persone e territori.
Altrimenti a fare il botto è un attimo. Il caso Italia dei Valori è soltanto l’ultimo, in ordine di tempo, di un partito nato dal nulla, arrivato molto in alto e poi dissolto.
La mancanza di democraticità e di ruoli sui territori ha contribuito non poco. Oggi, in Italia, è senza dubbio il momento della Lega Salvini Premier, un movimento che mira alla pancia della gente, con qualche slogan che coglie nel segno e battaglie precise contro tutto ciò che raccoglie facile consenso: legittima difesa, lotta agli stranieri, stop all’immigrazione, basta corrotti, prima gli italiani.
Un Movimento 5 Stelle allo sbando, Forza Italia in liquidazione ed un Partito Democratico in continuo contrasto fa sì che, sondaggio dopo sondaggio, il gradimento della lega continui a salire e, uno dopo l’altro, tanti sono i politici cresciuti nella destra che salgono sul carroccio del vincitore.
A livello nazionale, in primis, ma anche a livello locale. Una migrazione che, come tutte le migrazioni, va gestita oculatamente se non si vuole che gli abitanti del luogo insorgano. Ma, si sa, chi predica bene di solito razzola male ed ecco, a Valmontone, che la Lega sta soffrendo problemi di immigrazione clandestina di politici indesiderati.
Prima gli italiani, a quanto pare, vale anche per un partito nel quale chi ha scelto di sposare un ideale in tempi non sospetti non può accettare che, quando il vento soffia in poppa, arriva il fenomeno di turno a scompaginare i piani.
Nella Lega di Valmontone, infatti, da più di un anno un gruppo di valmontonesi hanno deciso di aderire, creando una sezione e costituendo un direttivo. Come se non bastassero, dopo le regionali, anche Cristiana Carrozza (candidata al tempo con lo Scarpone di Pirozzi) ha cambiato l’ennesima casacca e si è legata al Carroccio. Ma è giovane e nessuno ha posto obiezioni.
Oggi che è il consigliere comunale Massimiliano Bellotti a voler entrare nella Lega qualche problema si pone. I membri del direttivo lo conoscono bene, in ogni senso, e non vogliono assolutamente accostare la loro faccia alla sua.
Con la porta chiusa, tentando una scorciatoia poco simpatica (una sorta di gommone della speranza), Bellotti cerca di attraccare dalla finestra, diffondendo un volantino con marchio Lega per pubblicizzare un’iniziativa su Quota 100, elencando diversi nomi che sarebbero stati a Valmontone. Immediata la presa di distanze del direttivo della Lega di Valmontone che scrive:
“In riferimento al manifesto apparso sui social ci teniamo a precisare la nostra totale estraneità all’ evento stesso, in quanto non concordato e coordinato con il direttivo di Valmontone. Soprattutto siamo contrari alla moderazione di detto evento da parte di Massimiliano Bellotti, in quanto visti i passati non è non sarà mai espressione di questo direttivo. Ribadiamo ancora la nostra volontà ad aggregare più persone possibile, senza nessuna imposizione intorno ad un progetto di rinnovamento e trasparenza per il nostro Paese”.
Massimiliano Bellotti – Facebook
In calce le firme di Gianluca Volpe (il coordinatore della Lega Valmontone), Gianni D’Imperia, Valentino Cimaroli, Massimo Priori, Mauro Benini, Massimo Cannone, Mauro Scanu e Maurizio Ricci che, contestualmente, negavano senza timore il coinvolgimento reale di tutti quei nomi scritti sul manifesto, la maggior parte a loro insaputa.
Bellotti se ne è guardato bene dal fermarsi fino al convegno che, lunedì scorso, in effetti ha visto presenti a Valmontone soltanto la consigliera regionale Laura Corrotti (unico riferimento del consigliere comunale di Valmontone) ed il senatore De Vecchis, mentre hanno disertato tutti gli altri.
Come nulla fosse, Bellotti ha moderato il proprio evento spiegano che il proprio “ingresso nella Lega è un’evoluzione naturale dell’esperienza politica nel centrodestra”. Contraddittorio, invece, l’auspicio che Bellotti ha fatto di “un partito basato sul tesseramento e sul rapporto con il territorio”, visto che la propria iniziativa è andata in netto contrasto con il partito ed il territorio.
Ora sarà curioso capire come la Lega, a Roma e a livello nazionale, decida di gestire questo migrante che, di partito in partito, vuole accasarsi alla corte di Salvini, non gradito alle “popolazioni” locali. Il timore è che chi di Lega colpisce di Lega potrebbe perire.