di Massimiliano Rosicarelli
Era il 22 giugno 2016 quando, mentre viaggiava sulla Prenestina Braccio, un uomo perse la vita schiacciato da un albero. Dopo 14 mesi il Tribunale di Tivoli riconosce l’estraneità dell’uomo accusato di essere proprietario del terreno. L’avvocato Cautela: “Abbiamo avuto giustizia, ma la verità resta da scoprire”.
Ricorderete la storia del giugno 2016 quando nel Comune di Genazzano, esattamente nel tratto confinante con il Comune di Valmontone, strada provinciale Prenestino braccio, un uomo di origini romene Z.S.C. venne indagato per omicidio colposo in seguito alla morte di un genazzanese, Giacomo Franzese deceduto tragicamente mentre percorreva il tratto stradale e venendo colpito dall’albero di notevoli dimensioni che purtroppo ne provocò la morte. La Procura di Tivoli aprì un fascicolo apposito indagando il quarantaduenne romeno con l’accusa di omicidio colposo essendo lo stesso presumibilmente il proprietario del terreno ove era ubicata la pianta che ha invaso il tratto stradale provocando il gravissimo incidente.
A distanza di quasi un anno, il 12 settembre scorso il Giudice dell’Udienza Preliminare di Tivoli Dr. Bonagura ha emesso sentenza di non luogo a procedere in accoglimento delle richieste dell’Avv. Domenico Cautela. Abbiamo incontrato il difensore legale del cittadino romeno, Avvocato Cautela, per conoscere meglio cosa è realmente accaduto al suo assistito. “Il procedimento si è svolto con richiesta di incidente probatorio – esordisce il legale – dopo la notifica della fissazione d’udienza preliminare e dopo aver potuto prendere visione della perizia svolta dalla Procura al fine di comprendere di chi fosse l’arbusto incriminato e di conseguenza il proprietario del terreno ove era situata la pianta stessa. All’esito dell’esame della perizia della Procura, non essendo pienamente convinto delle conclusioni cui era pervenuta tale perizia, ho richiesto l’incidente probatorio per accertare, in contraddittorio tra le parti, l’esatta individuazione del proprietario di tale arbusto, con l’ausilio del tecnico della difesa, geometra Valentino Renzi, che ha evidenziato numerosi aspetti di criticità della perizia svolta dal tecnico della Procura. Il Giudice ha disposto la nomina del consulente tecnico del Tribunale. Lo svolgimento delle operazioni peritali sono risultate tutt’altro che semplici stante la peculiarità della vicenda in quanto sono stati necessari moltissimi accessi sul luogo in un contesto assai complicato vista la gravità di quanto accaduto. Non a caso, – prosegue il difensore legale del cittadino romeno – in data 20 Luglio sono state svolte ulteriori indagini celerimetriche estese ad ulteriori punti di appoggio presenti sulle mappe d’impianto che hanno permesso la chiarezza definitiva sulla proprietà non riconducibile al mio assistito bensì al terreno confinante e quindi ad altri soggetti”.
Una storia quindi molto particolare, a tratti complicatissima, che ha fatto emergere al momento l’assoluta estraneità del cittadino romeno su quanto tragicamente accaduto in quel maledettissimo 22 giugno 2016.
“La data del 12 settembre è per me, oltre che per il mio assistito di rilevante importanza perché è stata fatta chiarezza e moltissima luce su una tragedia che ha lasciato inequivocabilmente il segno in tutti noi per la scomparsa di un cittadino, vittima sempre di una disgrazia ma al contempo è emersa la verità che ha scagionato da ogni qualsivoglia accusa il mio assistito”.
“Al momento – precisa l’Avv. Domenico Cautela – la Procura di Tivoli dovrà riaprire un nuovo fascicolo per individuare gli effettivi proprietari ove era situata la pianta caduta sulla strada provinciale dove ha perso tragicamente la vita il Franzese di Genazzano. Da una parte è evidente la mia soddisfazione professionale per quanto il GUP ha fatto emergere, ma dall’altra ci auguriamo democraticamente che quanto prima si possa fare definitivamente chiarezza su una vicenda che resta triste ed impensabile, visto che nel Terzo Millennio, a mio modesto parere, non dovrebbero accadere simili tragedie perché penso, e ne sono fortemente convinto, che prevenire le manutenzioni che, esse siano pubbliche e/o private di arbusti o altro, possano evitare davvero morti atroci”.