Da un ex preside di una scuola di Torino la richiesta di rettifica su alcune affermazioni contenute in un articolo pubblicato nel 2020.
Gentile Direttore,
solo qualche giorno fa mi sono imbattuto in un articolo pubblicato il 2 giugno 2020 sul Suo giornale, a firma della Redazione di Numerozero, dal titolo: “Da settembre porterò nelle scuole una campagna sui Diritti umani”. In tale articolo viene riferito che il prof. Francesco Romano, rivendicando le proprie battaglie del passato, lanciava una sua proposta per il ritorno in classe nel successivo autunno.
Le battaglie del passato sono lì circostanziate con una strabiliante dichiarazione del Romano in cui leggo, tra divertito stupore e indignazione, che il predetto, quando insegnava a Torino, era intervenuto per salvare una scuola da un preside che “copriva” l’uso di cocaina nella scuola e che lui riuscì a vincere quella battaglia sui diritti umani “ottenendo che il preside fosse mandato a casa con oltre sei anni di prepensionamento”.
Le precisazioni del preside
Ho fondato motivo di ritenere che quel preside sia lo scrivente, innanzitutto perché il Romano non ha prestato servizio in altre scuole di Torino, ma soprattutto perché l’episodio riferito della puntura di siringa da parte di una studentessa è avvenuto nella scuola che allora dirigevo. Con alcune differenze sostanziali.
1) La sera stessa dell’incidente la studentessa venne accompagnata al Pronto soccorso dell’Ospedale Amedeo di Savoia dove venne ampiamente rassicurata dai sanitari che la puntura non sarebbe stata in alcun modo nociva essendo decorse alcune ore dall’uso della siringa, circostanza, questa, che avrebbe comportato sicuramente la morte del virus nel contatto con l’aria, già dopo pochi minuti dall’incidente.
2) La studentessa non volle sporgere, a scopo preventivo, nessuna denuncia per danni nei confronti del compagno, non ritenendo che fosse necessario, in assenza, per altro, di qualunque ombra di dolo o colpa grave da parte sua.
3) Lo scrivente chiarì gli estremi dell’episodio con il Commissario P.S. a cui il Romano, nella sua frenesia accusatoria, si era precipitato a telefonare per denunciare l’accaduto. Quindi gli effetti dell’episodio stesso si esaurirono nell’arco di pochissimi giorni.
Quanto al prepensionamento coatto, di cui il Romano si vanta, posso solo dire che nel formulare la domanda di collocamento a riposo a distanza di due anni da quell’episodio, dopo 41 anni di contribuzione, non mi ero reso ben conto che un ignoto folletto per conto dell’Amministrazione scolastica su iniziativa del Romano mi avesse obbligato a tale decisione, in luogo di un’ordinaria azione penale o disciplinare che mi avesse espulso d’ufficio. Aggiungo che l’anno successivo al mio pensionamento venni insignito dal Presidente della Repubblica dell’onorificenza di “Cavaliere Ufficiale”, su iniziativa della stessa amministrazione scolastica per meriti di servizio. Evidentemente sarà stato per aver coperto il traffico di droga nell’Istituto “con disciplina ed onore”!
Incauta pubblicazione di Numero Zero
A distanza di oltre tre anni da quell’articolo non interverrei sulla penosa dichiarazione del Romano che Numerozero ha, direi piuttosto incautamente, ospitato, se non fosse che ho in corso con il personaggio due procedimenti giudiziari, entrambi per denunce/querele per diffamazione aggravata da me presentate contro di lui. Certamente mi sarà utile l’articolo di Numerozero come prova ulteriore dell’ordinaria propensione del personaggio stesso a vivere “sopra le righe”, come già era dichiarato allora in un documento a suo riguardo e come del resto dimostrano le recenti tre condanne per stalking (una già confermata in appello) che gli sono state inflitte negli ultimi anni da Tribunali del Lazio.
Mentre non sono affatto sorpreso delle “intemperanze” del Romano, avendolo ben conosciuto nei due anni in cui è stato in servizio presso l’Istituto scolastico che dirigevo, sono invece alquanto meravigliato che una testata che voglia fare informazione quotidiana, come Numerozero, possa prestarsi a servizi di così infimo profilo. Ma di questo ovviamente lascio a Lei la valutazione insieme con la scelta delle modalità delle scuse che attendo sollecitamente da parte della testata, fermo restando che mi riservo ogni eventuale iniziativa ulteriore a mia tutela.
Distinti saluti
l’ex preside (lettera firmata per esteso)
LA REPLICA DEL DIRETTORE:
Come da tradizione della nostra testata, aperta a tutti i contributi, pubblichiamo volentieri la nota dell’ex preside di un istituto di Torino che, seppure a distanza di oltre tre anni, ha ritenuto opportuno precisare alcune cose contenute in una breve notizia, anche quella ricevuta e pubblicata da Numero Zero, in cui il professore Francesco Romano annunciava la propria iniziativa sul tema dei diritti umani. Pur rammaricati con il preside se l’articolo lo ha, in qualche modo, chiamato in causa, è importante sottolineare come fosse praticamente impossibile per un lettore di Numero Zero (giornale locale con diffusione nella provincia sud di Roma) risalire in qualsiasi modo all’identità del preside stesso, addirittura da lederne in qualche modo l’onorabilità. Le affermazioni del professor Romano, ospitato in quanto ex docente di un istituto superiore di Palestrina, erano del tutto generiche e sommarie nonché impossibili da riscontrare (sia per i lettori che per noi) in quanto completamente prive di riferimenti temporali, nominativi e logistici a fatti e personaggi realmente esistenti. Questo soltanto per chiarire la parte della lettera in cui il preside giudica “incauta” la pubblicazione dell’articolo del 2020, che non può essere lesivo della reputazione di alcuno dal momento che non solo le affermazioni erano del tutto vaghe e impossibili da contestualizzare, ma la platea dei lettori di Numero Zero è concentrata in un’area geografica in cui risulta assolutamente impensabile che qualcuno possa capire o sapere dove abbia insegnato il professor Romano a Torino e in che anni, né chi fosse al tempo il dirigente. Faccio presente, tra l’altro, che non esiste su web nulla che narri dell’episodio della siringa per associare le diverse figure. E’ per questo che, nonostante l’ex preside abbia firmato la sua missiva con nome e cognome, ho evitato di fornire adesso questa informazione ai nostri lettori che mi pare irrilevante in relazione alla questione.
E’ necessario, al tempo stesso, che io prenda le distanze dalla dichiarazione in cui il preside afferma che il prof Romano avrebbe “tre condanne per stalking (una già confermata in appello) che gli sono state inflitte negli ultimi anni da Tribunali del Lazio”, un dato che non è per noi riscontrabile pertanto, per quanto ci riguarda, non vero (fino a prova contraria) e per il quale l’ex preside si assume la responsabilità qualora sia falso.
Al di là della funzione che l’articolo del 2020 potrà avere nell’ambito dei contenziosi legali tra l’ex preside e il prof Romano (di cui non so e non mi interessa conoscere le motivazioni e i ruoli), ritengo alquanto tardiva e pretestuosa la lettera di rettifica, peraltro con termini fuori luogo nei confronti della nostra testata, per un articoletto di quasi 40 mesi fa (cioè 1200 giorni orsono!) che aveva come tema un’iniziativa sui diritti umani.
Massimo Sbardella