Celebrata la Giornata mondiale del sonno

di Cristina E. Cordsen

Dormire è una delle funzioni indispensabili per l’uomo, necessaria quanto bere e mangiare, e per sancirne l’inconfutabile importanza il World Association of Sleep Medicine ha indetto, dal 2008, la Giornata mondiale del sonno.

Celebrata il 17 marzo, in oltre settanta paesi, vuole ribadire l’importanza del sonno e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche derivanti dalla mancanza dello stesso. Funzioni primarie come la regolazione del metabolismo, la reintegrazione del tessuto cerebrale ed i processi della memoria vengono gravemente intaccate senza le adeguate ore di riposo, pregiudicando la qualità della vita. I precisi effetti del sonno sul nostro organismo sono al momento ancora ignoti e oggetto di continui studi per comprendere meglio i bisogni profondi dell’uomo.

Le ricerche tradizionali sulle condizioni fisiche si fermano ancora all’aspetto materiale, dando poco spazio a quello che potrebbe essere un ordinamento diverso. La biomedica e una nuova visione della fisica considerano l’aspetto materiale riduttivo ed insufficiente per misurare i comportamenti umani. Queste discipline si stanno integrando con sistemi più ampi che considerano malesseri ed infermità i prodotti di un’interazione fra mente e corpo.

A confermarlo sono la Pnei (Psiconeuroendocrinoimmunologia) e la fisica quantistica che concepiscono il corpo umano ed il cervello come un insieme di microunità che comunicano in accordo fra loro. Pensarci diversi da un corpo fisico, con il quale da sempre ci identifichiamo, è una consapevolezza rivoluzionaria che affascina. Sia nella teoria che nella pratica, l’impiego di un simile concetto, richiederà un cambiamento radicale nella scienza generale e medica, ma anche una rieducazione del pensiero quotidiano. Molti studiosi e ricercatori sono a favore di questa mutazione, convinti che questa sfida porterà a nuove scoperte e risoluzioni di tante malattie ancora incurabili.

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