La consigliera regionale Eleonora Mattia commenta il protocollo che coinvolge Regione e Ministeri sul rilancio della Valle del Sacco: “Con la cabina di regia tempi certi e fondi per la bonifica e la reindustrializzazione dell’area di crisi complessa”.
“Dopo anni di attesa, e un lavoro lungo e complesso avviato nel settembre 2016, finalmente l’area della Valle del Sacco ha tutti gli strumenti operativi per avviare un percorso di bonifica e reindustrializzazione. Un percorso partito dall’ascolto delle esigenze dei territori, che ha coinvolto Regione Lazio, Ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente e Invitalia, per redigere un piano che fosse subito operativo”.
Lo afferma la consigliera regionale del Lazio, Eleonora Mattia, in riferimento alle nuove prospettive che si aprono per la Valle del Sacco, dopo la definizione del Protocollo d’Intesa per la bonifica e la reindustrializzazione dell’area con le misure utili da adottare per il rilancio delle attività industriali, da avviare in sinergia con la bonifica delle aree del perimetro del Sito di Interesse Nazionale del Bacino del Fiume Sacco (Sin), attraverso l’azione di tutte le Amministrazioni coinvolte coordinate da una cabina di regia.
“Il problema da risolvere – spiega la Mattia – era quello di avviare la riconversione industriale su terreni vincolati perché altamente inquinati. Dopo anni di rimpallo, è grazie al riconoscimento di un’area di crisi complessa che interessa 46 comuni, 37 della Provincia di Frosinone e 9 della Provincia di Roma (Artena, Carpineto Romano, Colleferro, Gavignano, Gorga, Montelanico Segni, Vallepietra, Valmontone), e al lavoro congiunto con i Ministeri dell’Ambiente e dello sviluppo, se si è arrivati ad un protocollo che prevede una cabina di regia, da istituire subito per velocizzare le procedure per bonificare le aree da rimettere a disposizione degli investimenti produttivi”.
“Ancora una volta – sottolinea la Mattia – questo è il risultato di un lavoro, fatto dalla Giunta Zingaretti e dai ministeri, che non viene calato dall’alto ma nasce dall’ascolto delle realtà locali, dalle imprese alle associazioni di categoria, per individuare le reali esigenze del territorio. Non è un caso che il quadro emerso confermi da un lato i quattro settori attesi (Chimica-Farmaceutica, Automotive, Meccatronica ed Economia circolare), dall’altro consenta di aggiungere aerospazio e turismo”.
“Grazie a questo approccio dal basso – conclude la Mattia – oggi possiamo guardare al futuro di quest’area con prospettive ben diverse, avendo la concreta possibilità di realizzare una riqualificazione e industrializzazione con fondi disponibili e tempi di bonifica certi”.