Regione Lazio, come ripartire. Più tamponi, indagini a tappeto e mascherine obbligatorie

“Il coefficiente di replicano del virus è 0,5. Dobbiamo stabilizzare la discesa” afferma l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Il virus dovrà essere combattuto sul territorio, sempre meno in corsi. Occorre far respirare gli ospedali.

Abbassare il tempo di risposta dei tamponi a 48 ore e farne di più. Questa la mossa della regione per uscire dalla fase di emergenza e iniziare la fase 2. Le Uscar ovvero dei tema composti da 2 medici e 2 infermieri si coordineranno sulla regione con 580 infermieri sentinelle, uno ogni 10000 abitanti.

si punta a 450mila test rapidi che verranno somministrati da Maggio, a partire dagli operatori sanitari e dalle Forze dell’Ordine.

Una ripresa denominata delle 5P, ovvero prudenza, protezione, prevenzione, progressività, progettualità. Una squadra coordinata dal vicepresidente della Regione Lazio sta attivando delle linee guida che consisteranno nel distanziamento sociale, di almeno 1,5 metri, barriere in plexiglass nei taxi e sulle auto NCC, negli uffici pubblici e alle casse dei negozi. In questi si potrà accedere uno per ogni 4 metri quadrati e tutti, sia i clienti che i lavoratori dovranno indossare le mascherine. Le postazioni di lavoro andranno sanificate due volte al giorno. Obbligatori distributori di disinfettanti per le mani.

Le aziende dovranno agevolare lo smartworking. Le misure di termoscanner per la misurazione della temperatura corporea e l’utilizzo delle mascherine ha trovato il plauso dell’ordine dei medici.

Pubblicato da Matteo Palamidesse

Vicedirettore di Numerozero, giornalista dal 2006 con la grande passione per la fotografia. Metà casa in Italia, metà in Etiopia. Divide la sua vita tra lavoro, famiglia ed amici (pochi ma buoni).

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