Domenica 3 luglio a Genazzano si è svolta l’Infiorata per la celebrazione del Sacro Cuore. Dura la critica per la scelta di un disegno del tappeto da parte di S.E. Mons. Domenico Sigalini, a cui hanno risposto, prima gli infioratori, ed ora il sindaco.
(Riceviamo e pubblichiamo)
L’Infiorata di Genazzano è tradizionalmente caratterizzata da un assoluto spontaneismo creativo dei cittadini, e da una pacifica convivenza tra rappresentazioni di carattere religioso ed altre di attualità politico-sociale.
Negli anni abbiamo visto sfilare la processione su fasci littori, svastiche, icone del comunismo nazionale ed internazionale, tematiche di forte denuncia sociale.
È la sua storia, la stessa che l’ha resa unica da oltre un secolo e così sentita dall’intera cittadinanza, che non ha mai fatto mancare l’impegno per la sua realizzazione.
L’Italia intera è piena di rappresentazioni religiose con forte partecipazione popolare, dove il sacro ed il profano si intrecciano, con apparente contraddittoria naturalezza e rispetto, senza velleità di sollevare provocazioni o di scadere nella dissacrazione dell’evento.
Sono sinceramente dispiaciuto per il rammarico ed il dissenso generato da una vostra interpretazione di un disegno realizzato nella edizione di quest’anno. Io, come tante altre persone, su quei fiori abbiamo visto Uomini e Donne; né mamme, né papà, né bambini, né famiglie. “L’Amore non è mai sbagliato”: personalmente penso sia una delle più belle affermazioni che possano esistere.
È un concetto assoluto, al quale tra l’altro non veniva affiancato alcun riferimento alle unioni civili, o men che mai religiose, con le quali questo sentimento possa o non possa realizzarsi.
Sono ben cosciente di come le “sensibilità” siano una tematica delicata e soggetta ad interpretazioni diverse, soprattutto quando coinvolgono spazi liturgici di siffatta importanza.
Se ne sarebbe potuto parlare, anche nell’ottica delle future edizioni, e sono convinto ne sarebbe scaturito un proficuo confronto coinvolgendo la cittadinanza che tanto si impegna per la realizzazione dell’Infiorata.
Purtroppo le modalità utilizzate non l’hanno consentito e si è prodotta, sicuramente Suo malgrado, una discussione divisoria, repentina ed istintiva, che sta generando anche un clima di contrapposizione e risentimento francamente non auspicato, e che mi auguro si voglia contribuire a superare.
La libertà con cui i cittadini genazzanesi sono stati sempre abituati ad esprimere la loro partecipazione all’Infiorata non ha mai sfociato in gravi comportamenti irrisori o lesivi del significato religioso della stessa. È un equilibrio che dura da sempre, per saggezza di tutti, e di cui sono certo la nostra Comunità abbia ben presente il valore.
Naturalmente non entro nel merito delle competenze della Diocesi sul controllo per un corretto svolgimento delle manifestazioni religiose, e sulle modalità che nel suo ambito vorrebbe attuare.
Dico solo che il Comune, quantomeno in epoca repubblicana, non ha mai svolto un ruolo di approvazione preventiva o di controllo successivo dei quadri realizzati all’interno dell’Infiorata, e che non è mia intenzione cominciare a farlo per il futuro.
Si confida pienamente nella capacità della popolazione di mantenere il rispetto sempre dimostrato, nonché nella sensibilità di affrontare tematiche, anche di forte impatto sociale, avendo sempre ben presente il contesto in cui queste si stanno esprimendo.
Quando ciò non dovesse malauguratamente avvenire, sono certo che saranno innanzitutto i cittadini genazzanesi a biasimare gli autori di eventuali atti platealmente contrari a questo duraturo patto centenario, oltre che a rendere più comprensibili vostre iniziative volte a richiamare la sacralità dell’evento e della processione.
Tra le importanti iniziative programmate nell’ultimo nostro incontro, Genazzano ospiterà a settembre anche l’annuale Festa Diocesana della Famiglia.
Da mesi stiamo partecipando attivamente alle riunioni organizzative per contribuire al meglio alla sua realizzazione, proprio perché convinti che la ricchezza di una Comunità aperta sia data dalla capacità di mettere in dialogo differenti modelli e posizioni, con l’obiettivo, sempre, di includere e mai di escludere.