di Massimiliano Rosicarelli
Banda estromessa dalla festa del Santo Patrono: il presidente della Giovanni Pierluigi da Palestrina scrive al sindaco Adolfo De Angelis
Tanto tuonò che piovve. La lettera che dalle prime ore dell’alba circola sui social, inviata al sindaco Adolfo De Angelis da Federico Rosicarelli, presidente dell’Associazione musicale bandistica Giovanni Pierluigi da Palestrina, è tanto chiara quanto inequivocabile.
Una sacrosanta richiesta di far suonare la storica banca musicale nella propria Palestrina. Nulla di più semplice se non ci fossero, come nelle favole più belle, il diavolo che ci mette sempre la faccia senza una logica motivazione.
Da un anno infatti è reale il fatto che quest’associazione stia subendo una sorta di razzismo musicale, almeno nelle uscite ufficiali, a cui viene sempre preferita l’altra Banda musicale cittadina, quella “Città del Palestrina”.
Nessuna guerra tra bande, verrebbe da dire, anche perchè, tre anni fa, in occasione della rassegna musicale bandistica organizzata nella curia vescovile a settembre per l’esattezza, Adolfo De Angelis, pubblicamente e davanti a riprese video che ancora circolano, affermò testulamente: “Le bande sono tutte come i figli per un padre, tutte uguali”. Un’affermazione che, dopo soli tre anni, somiglia ai nuovi episodi del “Pinocchio de Noantri”, visto e considerato che in ogni festeggiamento ufficiale (25 Aprile, 4 Novembre, Patrono Agapito e Corpus Domini), a cadenza svizzera ecco l’altra banda composta da mix di prenestini, e non solo, suonare ed allietare processioni e uscite ufficiali cittadine a scapito di un’Associazione che rappresenta la storia della città del Pierluigi.
Ed allora? Semplice: se c’è astio per questione extra musicali, tra il Sindaco e il Presidente dell’Associazione, se la vedessero i due in altre sedi, lasciando libertà a quest’Associazione di suonare, e di essere ammirata, dalla città. Senza contare che, a quanto ci risulta, l’Amministrazione Comunale di Palestrina deve alla Banda in questione anche la bellezza di 13 mila euro, attesi da oltre 4 anni, con tutte le conseguenze legali del caso.
La missiva pervenuta al Primo Cittadino in data 8 agosto, che pubblichiamo di seguito, deve far riflettere tutti sullo stato attuale di una democrazia e libertà che a Palestrina sta venendo meno, a scapito della correttezza che si deve avere con tutti, in primis coi cittadini che pagano le tasse e poi, soprattutto, con l’Associazione che chiede solo univoco rispetto nelle uscite.
Palestrina in questo modo si sta smascherando sotto un profilo istituzionale non consono, in cui non conta l’essere ma solo l’apparire, per tornare utili una volta ogni 5 anni. La speranza è che si metta fine a queste diatribe così basse per ridare al Palestrina ciò che merita, magari mettendo da parte rivalità familiari che nulla hanno a che fare con la crescita della nostra amata città.