L’operazione “Casa di carta” della Compagnia della Guardia di Finanza di Velletri ha permesso di sgominare un’associazione a delinquere dedita a rivendere proprietà in tutta la provincia di Roma, tramite false attestazioni.

Tre persone sono finite agli arresti per ipotesi di reato di associazione per delinquere, sostituzione di persona, falso ideologico, falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla propria identita’, possesso e uso di documenti di identificazione falsi.

Vendevano case non loro. Individuavano proprietà in tutta la provincia di Roma, terreni e casolari anche di proprietari illustri, individuabili nella nobiltà romana, attraverso false attestazioni di vendita ultraventennali.

L’operazione prende il via dalla denuncia di un cittadino che all’esterno di una seconda casa di sua proprietà sita a Torvajanica ha scorto un cartello per l’inizio dei lavori di ristrutturazione dell’edificio. Insospettitosi, attraverso una misura catastale ha scoperto che l’immobile di sua proprietà “era stato alienato più volte a terzi acquirenti“.

I finanzieri della Compagnia di Velletri hanno poi scoperto che si trattava di una truffa messa in piedi da una vera e propria organizzazione che acquisiva proprietà (immobili e terreni) attraverso la produzione di finti preliminari di vendita. Nel caso della palazzina, risultava venduta per 450000 euro, meno della metà del suo valore.

I truffatori erano riusciti ad accaparrarsi addirittura una villa di proprietà del Principe Carlo di Torlonia. In questo caso, fingendo l’usucapione e tentando la vendita sono stati fermati sul colpo dagli uomini della Guardia di Finanza.

Gli indagati, in alcuni casi, “simulando con false scritture preliminari di vendita retrodatate l’avvenuta usucapione, hanno fatto ricorso all’istituto della mediazione per poter redigere atti che ne attestassero la finta proprietà“, atti poi ratificati in uno studio notarile con sede nei Castelli Romani.

Le azioni criminose non hanno risparmiato nemmeno i beni di proprietà dello Stato a causa del fatto che, i legittimi proprietari, erano deceduti senza lasciare eredi. In questo caso gli immobili sarebbero toccati allo stato, ma l’organizzazione simulava l’usucapione e procedeva di fatto all’espropriazione.

In alcuni casi invece gli indagati “professionisti della truffa si avvalevano di complici che, con l’utilizzo di documenti d’identità falsi, si sostituivano ai reali proprietari nonchè della collaborazione di prestanomi che effettuavano atti di rogito presso lo studio dello stesso notaio veliterno“.

Due lussuosi appartamenti a Roma, uno dei quali preso sfondando la porta di ingresso (i truffatori sapevano che l’anziana proprietaria era deceduta) erano stati affittati a 1000 euro al mese.

In questo modo i reali proprietari, ignari di tutto, si ritrovavano espropriati dei propri beni, dei veri e propri “estranei in casa propria“.

Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo dei beni ed ha disposto la misura cautelare una collaboratrice dello studio notarile e due professionisti del settore immobiliare.

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Pubblicato da Matteo Palamidesse

Vicedirettore di Numerozero, giornalista dal 2006 con la grande passione per la fotografia. Metà casa in Italia, metà in Etiopia. Divide la sua vita tra lavoro, famiglia ed amici (pochi ma buoni).

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