Dopo l’incendio di Tivoli, sugli ospedali della Asl Roma5 cala la nebbia: alcuni medici ed infermieri non vanno a Colleferro e Palestrina e l’azienda rischia di perdere per sempre molte professionalità e servizi.

di Massimo Sbardella

Sulla sanità della Asl Roma5 il caos regna sovrano. Dopo aver smantellato e depauperato l’ospedale di Palestrina, ora il direttore generale Giorgio Giulio Santonocito rischia di assestare il colpo di grazia all’intera sanità pubblica della Asl. In attesa che qualcuno risponda, e paghi, per le responsabilità e le conseguenze dell’incredibile incendio che ha provocato morte e distruzione all’ospedale San Giovanni Battista di Tivoli, ora i riflettori sono puntati sul mantenimento dei servizi sanitari all’interno del territorio della Asl.

Sul sito www.aslroma5.it e sui social dell’azienda sanitaria pare che non sia successo niente e si continua a parlare di convegni e iniziative, spesso anche mirabili, ben distanti dal rispondere alle esigenze di informazioni di cui i cittadini avrebbero bisogno.

Dove partorire? Dove andare per un infarto? E l’oculistica?

Se una mamma deve partorire, nella Asl Roma5, dove va ora che Tivoli è chiuso? Un intervento di oculistica dove si può fare? In caso di infarto o problemi cardiaci gravi qual è l’ospedale di riferimento nella Asl? Sono alcune delle domande che un cittadino può farsi in questi giorni.

La soluzione Roma comoda per Guidonia e Tivoli

Per chi abita a Tivoli e Guidonia, con Roma a due passi, la risposta è semplice. E non serve che a fornirla sia la direzione della Asl. Basta fare pochi chilometri per arrivare al Pertini, all’Umberto I, al Policlinico Casilino. Anche il Sant’Andrea e Tor Vergata sono a pochi minuti di macchina. Un’ampia fetta dei residenti della Asl sta in questi due comuni e, probabilmente, strizzare l’occhio alla capitale fa comodo a tutti. Anche molti dei medici e del personale che, non potendo più andare a lavorare a Tivoli, gradiscono forse più un trasferimento a Roma piuttosto che a Palestrina o Colleferro.

Tutelare il mantenimento di personale e servizi interni alla Asl

In realtà, però, la Asl Roma5 è un’azienda indipendente, costretta a fare i conti con le proprie dotazioni organiche e con le proprie strutture. La questione più complessa, nella Asl, è quella del personale (dei medici in particolare), difficile da trovare affinché ciascun reparto di ciascun ospedale abbia le dotazioni organiche di cui ha bisogno. Un esempio, su tutti, il reparto di pediatria di Palestrina che, aperto da qualche mese, fatica a dare al primario le unità di cui ha bisogno, costretto quindi ad arrangiarsi con quei “medici gettonisti” che (come ha ben spiegato un servizio di Report di qualche settimana fa) costano un mare di soldi e sono tutt’altro che utili e funzionali (la Regione Lombardia dice stop ai gettonisti). Per non parlare del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Palestrina: chiuso nel 2020 per il Covid non è stato mai più riaperto. In questi anni, la Regione Lazio ha speso molto per rifare il reparto, per dotare l’ospedale di terapia intensiva e sub intensiva, per comprare i macchinari. Senza medici, però, non si apre.

Fino all’8 dicembre un solo punto nascita. Adesso siamo a zero

E così, fino all’8 dicembre, al Asl Roma5 restava con un unico punto nascita a Tivoli. Oggi che Tivoli non c’è più, perché non spostare tutti i medici, ostetriche, infermieri a Palestrina e riaprire il reparto? Lo sa Santonocito che quei medici e quel personale, qualora dovesse finire in qualche ospedale di Roma, potrebbe decidere di non tornare più a Tivoli (e nella Roma5)? Forse no, o forse non gli interessa poi molto dal momento che, nelle nuove disposizioni indicate sul sito del Comune di Tivoli, si dice che “si indica il Presidio di Palestrina per l’attività ginecologica e per l’attività ambulatoriale ad essa connessa mentre l’attività ostetrica è sospesa nei Presidi della Asl, sino a nuova disposizione e si svolgerà presso gli ospedali di altre Asl

Cardiologia ed emodinamica: si salva ben poco

E dell’Unità Operativa di cardiologia di Tivoli, e delle sue professionalità? Andando sul sito della Asl, relativamente al San Giovanni Battista, si legge che l’ospedale “è dotato di una moderna sala di Emodinamica in cui il personale dedicato è in grado di fare fronte tutte le emergenze cardiologiche (infarto miocardico acuto STEMI o NSTEMI in shock cardiogeno, angina instabile, embolia polmonare acuta con instabilità emodinamica non eleggibile a trombolisi) con procedure di coronarografia e angioplastica coronarica eventualmente integrate dalle più moderne tecnologie diagnostiche (valutazione invasiva della riserva coronarica, OCT, IVUS) e dal ricorso ai sistemi più avanzati di supporto meccanico al circolo (contropulsatore aortico, Impella)”.

Servizi importantissimi a cui, dopo l’incendio, la Asl Roma5 decide di rinunciare visto che il direttore generale, anziché pensare ad una sistemazione magari a Colleferro, nelle sue disposizioni su cardiologia scrive che “le rimanenti linee di attività (Emodinamica, ecc) si ricollocheranno nei punti della Rete regionale (Umberto I, AO San Giovanni. PTV)”. In pratica, un servizio così importante che questa Asl poteva fornire perde sia le professionalità che i servizi a scapito di Asl romane, con un incremento di quella mobilità passiva che grava, e non poco, sui conti di un’azienda sanitaria.

L’inchiesta sui bilanci falsi. Una nuova pagina che si apre

E in quanto ai conti, proprio in queste ore si sta aprendo uno scenario tutto nuovo sui bilanci della Asl Roma 5 che, come riportano diverse testate nazionali e non, presenterebbero lati oscuri su cui è stata avviata un’indagine.

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