PPJ chiude a sorpresa, gli iscritti sul piede di guerra

Il 22 Dicembre la palestra PPJ di Palestrina chiude a sorpresa tra lo stupore degli iscritti che oggi chiedono indietro il denaro versato per gli abbonamenti.

La sera del 22 Dicembre, per bocca dell’amministratrice della “PPJ” viene confermata la chiusura della palestra, di fronte lo stupore di chi si stava allenando, dei tanti accorsi e richiamati dal tam tam telefonico. La situazione si fa presto incandescente e solo l’arrivo dei Carabinieri mette fine alla rabbia e a piccoli atti vandalici nei confronti della struttura (che ricordiamo essere di terzi).

Un giorno qualunque di allenamenti tramutatosi invece nell’inizio di un piccolo incubo.

A parlare con noi due ragazze, due delle tante persone che non hanno più la possibilità di poter usufruire della palestra e dei servizi per i quali hanno pagato. Oggi le porte sono sbarrate e un cartello “Affittasi” campeggia sull’entrata.

Le ragazze, oggi cercano di chiarire la situazione con la stampa, chiedono un confronto con la proprietà e l’amministrazione, per cercare una soluzione bonaria del contenzioso; si dicono amareggiate dalla controparte, che oggi latita, non risponde al telefono ed ai tanti messaggi inviati.

In effetti, stiamo parlando di una situazione che coinvolge un numero di persone che si aggira intorno alle 500 unità, un pacchetto clienti dovuto ad una crescita serena nel tempo, anche grazie a pacchetti vantaggiosi e prezzi abbordabili.

Persone che oggi si trovano direttamente coinvolte nella chiusura, anche se non tutte, a onor del vero, coinvolte nella perdita dei soldi degli abbonamenti stipulati tra Settembre e Dicembre.

Proprio quest’ultimo punto manda su tutte le furie alcuni avventori. Se si aveva in programma la chiusura definitiva della palestra perché si è continuato a sottoscrivere abbonamenti fino alla settimana precedente la chiusura? Perché si sono incassate ancora le quote? Possibile che sia saltato qualcosa nei piani aziendali?

Domande alle quali solo la proprietà può rispondere (siamo a conoscenza della presenza di tre soci e di un’Amministratrice), risposte che tutti gli interessati chiedono a gran voce, avendo pagato servizi che oggi non hanno, avendo pagato spesso – la maggioranza sono ragazzi – con piccoli risparmi, denaro frutto di lavoretti saltuari o soldi prestati dai genitori.

Le ragazze che ci hanno raggiunto in redazione, hanno creato un gruppo di una trentina di ex utenti della palestra, dei quali si fanno portavoce e per i quali chiedono un confronto serio con i proprietari della società; chiedono la restituzione del denaro pagato e la chiusura della vicenda in una maniera bonaria.

Una vicenda dal risvolto amaro, considerando il fatto che alcuni hanno già adito alle vie legali, attraverso formali denunce alle forze dell’ordine. Una vicenda poco chiara, che si ha difficoltà ad inquadrare come una truffa.

Durante l’intervista le due ragazze più volte ci dicono di essere convinte che non vi sia stata l’intenzione di truffare gli utenti,  piuttosto credono ad un atto di mala gestione in un passaggio cruciale, quello di una nuova società e di un progetto tanto annunciato sin dal mese di Settembre.

Un passaggio che forse segue una situazione di sofferenza, che però, come sottolineano le stesse ragazze, avrebbe dovuto avere una soluzione più trasparente: informare i clienti del progetto, non accettare più iscrizioni e quindi denaro, mettere in chiaro le condizioni sin dal principio.

Se qualcuno abbia messo i bastoni fra le ruote del carro non ci è dato ancora saperlo, di fatto c’è che qualcuno dovrà prendere le redini della situazione e prendersi la responsabilità di un confronto sereno e di una risoluzione celere della vicenda, che a lungo andare potrebbe assumere toni molto più seri.

 

 

Pubblicato da Matteo Palamidesse

Vicedirettore di Numerozero, giornalista dal 2006 con la grande passione per la fotografia. Metà casa in Italia, metà in Etiopia. Divide la sua vita tra lavoro, famiglia ed amici (pochi ma buoni).

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