Il segretario del Pd Palestrina, Giampiero Galvagno, entra nel dibattito politico e spiega le prospettive che vedono il partito impegnato nella ricostruzione di un progetto comune.
di Giampiero Galvagno
Rompo gli indugi, tra i primi, e non so se altri mi seguiranno. Ma tant’è, sono abituato all’intervento. Condivido che non sia un bel segnale questo allontanamento della politica locale dalle strade e lo trovo perfino pericoloso (non sia mai che la metà della popolazione decida di restarsene a casa, come in Sardegna).
In questi anni noi ci siamo stati: nei quartieri e tra la gente
Noi, come sezione, in questi anni tra le persone ci siamo sempre stati: abbiamo discusso con i quartieri, ci siamo confrontati sui temi locali e non solo, abbiamo fatto iniziative pubbliche. Rivendichiamo quella continuità di operato tipica dei partiti organizzati, con in più la difficoltà del rinnovamento e dello stare, dopo moltissimi anni, all’opposizione di una Amministrazione, quella passata, non proprio aperta al dialogo, almeno al suo vertice.
Superata la politica rissosa stiamo ricostruendo il dialogo
Però, dopo anni di politica rissosa, la ricostruzione del dialogo è esercizio di difficoltà elevata e che richiede pazienza perché poi ciascuno di noi ha memoria lunga e angoli da smussare. Stiamo lavorando tutti, ciascuno nel suo campo di appartenenza (o almeno noi), non escludendo alcuna ipotesi. Stiamo costruendo ponti anche con chi, in passato, ci possono essere state reciproche incomprensioni.
Il tempo stringe e occorre declinare concretamente il bene di Palestrina
Ora il tempo stringe, lo ripetiamo ad ogni riunione, e per la svolta non è sufficiente dire che si mira al “bene” di Palestrina, frase che non dice alcunché (chi può mai candidarsi a guidare una città volendole male?): il punto vero è come si intenda declinare il bene di Palestrina sotto il profilo culturale, ambientale, urbanistico e sociale. Sotto questo punto di vista, come sezione segnaliamo che, pur restando una città prospera, anche Palestrina soffre di un continuo aumento delle “povertà” economiche e non solo.
Il Commissariamento non ha giovato alla città
Il lungo periodo di commissariamento non ha giovato alla città, sotto l’aspetto del “contatto” tra il cittadino e chi lo governa, ma certo non può pretendersi dal Commissario prefettizio di fare il politico: risulta però che, soprattutto nel recupero dei progetti del Pnrr, la gestione commissariale, con gli uffici comunali preposti, abbia saputo recuperare i progetti rimasti al palo. C’è molto da fare e penso che il momento del silenzio si stia concludendo.