l Sindaco Adolfo De Angelis ricostruisce gli eventi, le opposizioni chiedono fermezza.
La ricostruzione dei fatti.
Un lunedì di fuoco quello a Palazzo Verzetti, con un consiglio comunale straordinario riunitosi per richiesta dell’opposizione. All’ordine del giorno un unico grande punto: i fatti del cimitero che hanno portato il sindaco De Angelis a revocare deleghe e incarico all’assessore Manuel Magliocchetti.
Una sala affollata ha visto il sindaco sciorinare meticolosamente date ed eventi nella ricostruzione dei fatti, portando a proprio carico tutte la documentazione in possesso. Ma veniamo ai fatti.
Il sindaco afferma che il 21 ottobre, su sollecitazione di alcuni cittadini trovatisi inaspettatamente con le porte del cimitero sbarrate, ha provveduto personalmente a recarsi sul posto, per ritrovarsi di fronte un gruppo di ragazzi travestiti e con una bara finta di cartone. I ragazzi, a detta del sindaco, avevano appena terminato di girare delle scene all’interno del cimitero, fatto conclamato dalle testimonianze dei presenti e del custode, attestati poi da fotografie circolate anche sui social e inviate al comune da alcuni cittadini, turbati dalle scene cui si sono trovati davanti.
Alcuni dei presenti hanno successivamente inviato le proprie testimonianze e le foto scattate in missive che richiedevano di prendere provvedimenti in merito, intimando denunce qualora il comune non avesse indagato sul caso e non avesse accertato le responsabilità.
De Angelis sembra piuttosto preso dalla ricostruzione, tanto da apparire fin troppo pedissequo, ma prosegue leggendo la ricostruzione della cooperativa Azeta Service, titolare dell’appalto del servizio di custodia del cimitero. Il responsabile d’impresa afferma, nella ricostruzione inviata al sindaco, di essere stato avvisato il 19 ottobre dal geometra Nunzio Mocci di tali riprese, che avrebbero dovuto essere girate nell’orario di chiusura del cimitero, dalle 12.30 alle 14.00.
Il 21 ottobre i ragazzi si presentano presso il cimitero alle 13.00, ma il custode, basito per l’abbigliamento degli arrivati avvisa il proprio responsabile, che gli chiede di inviargli in modo riservato delle fotografie per tenere sotto controllo la situazione. Ma i ragazzi vanno per le lunghe, e chiedono al custode di poter prolungare le loro riprese fino alle 15.00 avendo ottenuto, affermano, l’autorizzazione dal vicesindaco Magliocchetti sia per gli orari che per girare le scene sui viali. La richiesta viene però negata dal custode, dubbioso sulla concessione del vicesindaco. Il sig. Ilardi, custode del cimitero, richiama il responsabile per richiedere l’autorizzazione, che deve comunque passare per Nunzio Mocci. Il tempo corre ma nel frattempo a causa delle contestazioni dei cittadini, arriva anche il sindaco ai cancelli del cimitero.
Alla richiesta da parte del sindaco, di sapere chi e come avesse autorizzato tali riprese, la risposta è sempre la stessa (a detta della Azeta Service): il vicesindaco Manuel Magliocchetti.
La ricostruzione del custode, sembrerebbe fare il paio con quella di Nunzio Mocci, che nella sua, inviata al sindaco, afferma di aver ricevuto richiesta per la concessione alle riprese da parte dell’assessore Magliocchetti e di aver avvisato il 19 mattina il responsabile della Azeta Service per le riprese sul viale d’ingresso del cimitero e per gli orari da rispettare (quelli di chiusura).
Nel pomeriggio però Nunzio Mocci riferisce di aver visto i messaggi del sig. Morgano, responsabile della Azeta Service, che lo avvisavano dell’accaduto. Mocci riferisce di aver intimato al responsabile di fermare le riprese ed aprire immediatamente i cancelli del cimitero.
Qualche giorno dopo, aggiunge Mocci, Morgano avrebbe comunicato, in alcuni messaggi, che il custode sarebbe stato ingannato dai ragazzi, dopo che questi ultimi avevano parlato dell’autorizzazione da parte del vicesindaco Magliocchetti.
Quindi, un via libera, seppur informale, sembra vi sia stato nonostante nessuno sembrava allora a conoscenza della natura dei filmati da girare.
Ma una comunicazione da parte dei ragazzi che hanno girato le scene vi è mai stata?
La risposta è si. Il giorno 18 ottobre una richiesta scritta è arrivata all’attenzione del vicesindaco e di Nunzio Mocci. Una richiesta piuttosto anomala, quanto succinta, che forse avrebbe meritato qualche richiesta di informazioni maggiore, ma che formalmente, non ha mai ricevuto risposta.
In questo grande buco di responsabilità e forse superficialità, il sindaco afferma che nulla poteva essere lasciato al caso e che, come sindaco, aveva il dovere di chiedere spiegazioni agli interessati, di avviare un’indagine, di sporgere denuncia presso il comando di Polizia Locale, ravvedendo la possibilità di diversi reati e di prendere decisioni successive in campo politico.
Decisioni che non hanno tardato ad arrivare, tanto che il 22 ottobre, con una lettera il sindaco sospendeva le attività della giunta comunale, riservandosi del tempo per vagliare i fatti e prendere ulteriori provvedimenti.
L’ultimo passaggio arriva il 5 novembre, con il decreto che revoca l’incarico di assessore e vicesindaco a Magliocchetti, “essendo venuto meno il rapporto fiduciario e di collaborazione”.
A nulla sembra valsa la missiva del vicesindaco, nella quale spiega a chiare lettere di non aver mai autorizzato tali riprese all’interno del cimitero. La decisione è presa e, a detta del sindaco De Angelis, con fermezza per le responsabilità chiare venutesi a riscontrare.
Ad aggiungere peso alla ricostruzione del sindaco, vi sono i membri di minoranza. il Consigliere Ludovico Rosicarelli, ravvisando responsabilità dell’amministrazione in merito all’accaduto, chiede fermezza per l’indagine in corso (sembrerebbe che gli atti verranno trasferiti presto in Procura) dicendo di non voler puntare il dito contro l’ex vicesindaco, ma che all’indomani dei fatti accaduti, di aver auspicato le sue dimissioni per l’incresciosa vicenda piuttosto che una cacciata. Rosicarelli forse aspettava da tempo un’occasione del genere e non attende un’istante in più per togliersi il sassolino dalla scarpa, ricordando a tutti i presenti come nel 2006, durante l’amministrazione Lena, fu cacciato, lui sì senza alcuna motivazione dalla giunta di allora.
Dello stesso tono le dichiarazioni del consigliere Rotondi, che richiede al sindaco una denuncia presso i carabinieri di quanto accaduto, ritenendo quella presso gli organi di Polizia Locale insufficiente a ricostruire i fatti e a stabilire eventuali responsabilità in sede civile e penale.
Solo il consigliere Saladino cerca di distinguere il piano politico, secondo il consigliere fallimentare, da quello del tutto personale riguardante il vicesindaco.
Per onor di cronaca, la Polizia Locale, su mandato del sindaco, sta svolgendo le indagini sull’accaduto, sentendo tutti gli attori dei fatti, ricostruendo ogni fase degli eventi.
Il sindaco, dando mandato al comandante del Corpo di Polizia Locale, chiude dicendo di aver voluto accelerare il corso delle indagini, ravvisando possibili violazioni del regolamento di polizia mortuaria e del regolamento del cimitero, votato dallo stesso consiglio comunale di Palestrina, al quale ogni organo deve attenersi.
Una vicenda in apparenza molto complessa, delicata, che ha avuto un epilogo pesante ed una connotazione tanto macabra quanto sciocca. Una vicenda che agli occhi di molti è apparsa uno scaricabarile continuo, che ha ed avrà ripercussioni nel prossimo futuro.