Le parole dei sindacati sul reparto di ortopedia dell’Ospedale di Palestrina: “il reparto non è attivo ed i nove letti di ortopedia sono attualmente vuoti nonostante i frequenti accessi di pazienti con traumi ortopedici”.
Era il 25 Maggio quando ci arriva la nota della Direzione della Asl Rm5 con la quale si disponeva “il blocco dei ricoveri di pazienti orto-traumatologici nell’attuale reparto di degenza di ortopedia e traumatologia di Palestrina” e il trasferimento “dei pazienti che risultassero ancora ricoverati alla data del 26.05.2024 nel Presidio di Palestrina”.
La nota si inseriva all’interno del completamento del cronoprogramma di riattivazione del Presidio di Tivoli che prevede la piena riattivazione anche della UOC Ortopedia e Traumatologia nel Presidio.
Una notizia che ha fatto sobbalzare tutti dalla sedia e che ha innescato malumori tra la cittadinanza e tra i candidati a sindaco della Città di Palestrina.
L’articolo:
Chiude ortopedia dell’Ospedale di Palestrina
Il giorno successivo, un comunicato congiunto del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca e della Consigliera regionale in quota FdI Marika Rotondi, pareva mettere fine alle polemiche: “Non ci sarà alcun ridimensionamento, ma un fisiologico riassetto dell’ospedale “Coniugi Bernardini”, conseguente alla riapertura del nosocomio di Tivoli“.
L’articolo:
Rocca: “Nessun depotenziamento dell’Ospedale di Palestrina”
Oggi però a scuotere ancora gli animi arriva la nota della Cisl Fp, che a scanso di equivoci ammette che il reparto è effettivamente inattivo, con ben nove letti ad oggi vuoti.
La lettera infatti sembra molto esplicita: ” Veniamo a conoscenza del fatto che, ad oggi, il reparto di cui trattasi, non è attivo e quindi per la precisione, i nove letti di ortopedia sono attualmente vuoti nonostante i frequenti accessi di pazienti con traumi ortopedici presso il Pronto Soccorso, dal quale vengono trasferiti presso le ortopedie e traumatologie degli ospedali limitrofi come anche, in caso di mancanza di posto letto presso l’ospedale di Colleferro e/o di Tivoli, inviati al DEA di riferimento (Policlinico Umberto I).”
Nella lettera si sottolinea anche come ad oggi non risultino essere state inviate all’Azienda direttive sul futuro del reparto: ” Ad oggi non risultano essere state inoltrate dall’azienda, direttive che segnino in modo dettagliato e definito come e se, debba ripartire l’attività operatoria e di degenza ortopedica, infatti risulta ancora presente la sala gessi che garantisce consulenze e il trattamento dei traumi ortopedici che afferiscono al servizio di emergenza e urgenza, ma solo dal lunedì al venerdì dalle ore 8:00 alle ore 14:00, dopodiché il vuoto assistenziale comporta inevitabilmente il rinvio della prestazione, ove possibile, al giorno successivo o purtroppo al trasferimento del paziente“.
I sindacati si chiedono anche come un Ospedale come quello di Palestrina, con circa 100 accessi al PS giornalieri, possa essere lasciato senza il reparto e perché prima dell’incendio dell’Ospedale di Tivoli, venisse garantito il servizio anche a Palestrina, cosa sia cambiato da allora: “Ci interroghiamo su come, un ospedale che conta circa 100 accessi di pronto soccorso nelle 24 ore, possa essere lasciato scoperto di un servizio essenziale come l’ortopedia/traumatologia, e soprattutto cosa sia cambiato rispetto al periodo immediatamente antecedente l’incendio dell’ospedale di Tivoli quando, il direttore della UOC di ortopedia del PO di Colleferro, gestiva la parte dell’urgenza traumatologica a Colleferro e gli interventi in elezione (programmati con regolare percorso di preospedalizzazione) presso il PO di Palestrina, ci chiediamo anche perché prima veniva garantita all’utenza di quanti accedessero al pronto soccorso per traumi di natura ortopedica, la presenza della sala gessi dalle 8:00 alle 20:00 ed ora solo dalle ore 8:00 alle ore 14:00″.
Forse ciò che occorre oggi è un po’ di chiarezza, una chiara direttiva sul futuro del reparto di ortopedia di Palestrina. Ci si deve ricordare che tutto ciò (mancanza di chiarezza compresa) si ripercuote sull’utenza e sul buon funzionamento dell’ospedale stesso.
Il fatto che vi siano le elezioni amministrative di mezzo di certo non aiuta; che ognuno oggi porti acqua al proprio mulino sarà cosa ovvia, ma non fa altro che alimentare ulteriormente l’incertezza, rendendo ancor più odiosa la vicenda.
Vicenda, questa, che merita risvolti, perché passate le comunali i problemi che ci attenderanno saranno gli stessi, l’utenza ed i suoi bisogni anche.