Spettacoli, workshop, sinergie, pratiche, teorie. Tutto questo e molto altro nella prima edizione del FARE Festival, la kermesse di arti performative, teatro, musica, danza a Cave.

FARE Festival. Dal 6 al 12 maggio 2024 la città si anima dando vita agli spazi del vivere comune: dal teatro comunale Milco Paravani al Museo Lorenzo Ferri, passando per diversi altri luoghi del tessuto urbano.

Un modo per connettere e connettersi alla pratica culturale del costruire cittadinanza attraverso il fare arte.

GUAI è il tema della prima edizione di FARE Festival. Nelle parole dei direttori artistici Francesco Bianchi e Simone Chiacchiararelli, in italiano un guaio è un imprevisto spiacevole, dalla marachella alla disgrazia. Nel dialetto di Cave però, si dice “mi è venuto un guaio” anche quando esce un callo sulla mano.

I “guai” in cavisello sono i calli che ci si procura utilizzando uno strumento, impugnando un attrezzo, facendo un mestiere.

Sono piene di “guai” le mani dopo il lavoro, dopo l’impegno. Ogni guaio fa da contraltare allo sviluppo di una competenza pratica, al tempo passato a manovrare.

Guaio nel senso di fare una cosa non prevista, forse anche un po’ pazza. Oppure i guai raccontarli, metterli in scena, non dichiararli o-sceni.

Quattro spettacoli e una performance uditiva, questa l’offerta che FARE propone al pubblico durante i giorni del festival.

FARE Festival. Il Programma completo.
FARE Festival. Il Programma completo.

Dal 10 al 12 maggio si susseguiranno i lavori di Arianna Primavera, di Francesca Astrei, della Compagnia Sesti/Contini e di Andrea Cosentino.

Con Tremenda insufficienza dei nostri cuori Arianna Primavera propone, il 10 maggio, un flusso di coscienza dissacrante ed estremo in cui vengono esplorate le dinamiche interne ed esterne di una persona e della sua generazione.

L’11 maggio Francesca Astrei, classe 1995, porta a Cave Mi manca Van Gogh, vincitore del FringeMi 2023, un monologo ironico e pungente sul tema del recente porn e delle sue tragiche conseguenze. Sempre l’11 maggio la Compagnia Sesti/Contini, attiva in tutta Italia da molti anni e vincitrice di numerosi riconoscimenti, sarà in scena con IONICA, spettacolo musicale che riflette sul problema delle mafie.

Il 12 maggio l’attore e drammaturgo Premio Ubu Andrea Cosentino propone Kotekino Riff, un cabaret folie che inizia e non finisce, facendo dell’interruzione un motivo comico e di sberleffo alla società contemporanea.

A fare da cornice alla proposta di spettacoli, la performance uditiva Cordata dell’artista premio Ubu Chiara Bersani sarà disponibile a chiunque voglia attivarla attraverso un QR code presente sul retro di cartoline della città curate dal Circolo Fotografico Aperture.

Un viaggio narrativo di circa 25 minuti che invita a trovare un paesaggio e a goderne le suggestioni durante l’ascolto in cuffia.

Tre workshop aperti a professionisti, non professionisti e alla comunità tutta accompagneranno le giornate del FARE.

Dal 6 all’8 maggio Giuseppe Comuniello e Camilla Guarino con PORNODRAMA2 propongono un laboratorio gratuito e accessibile, pensato per tutti i tipi di corpi, che vede come focus principale la possibilità di scoprire come le arti performative possano essere fruite, narrate e comunicate al di là della normatività.

Dall’audiodescrizione alla poesia, un modo per conoscere e conoscersi. Il laboratorio prevede una restituzione finale aperta al pubblico il 12 maggio.

Dal 9 all’11 maggio partiranno i workshop Farsi e disfarsi la faccia di Andrea Cosentino, aperto a performer ed attori professionisti e non sul tema della maschera e del clown, e Strumenti del Fare a cura della pluripremiata regista Serena Sinigaglia, dedicato a professionisti creativi di ogni arte, sulla creazione e sullo sviluppo di un progetto (artistico o di vita).

Uno dei principali obiettivi del festival è quello di dialogare con le realtà già presenti e attive sul territorio. Da questo scambio nasce FARE RETI, una serie di appuntamenti in cui il festival si farà teatro di collaborazione con la comunità.

L’associazione Caffè Corretto presenterà il libro del drammaturgo e scrittore Emanuele Aldrovandi, Il nostro grande niente, in un momento di apertura con la cittadinanza.

Con FARE VERDE il Circolo Fotografico Aperture indaga la presenza del colore bandiera del festival, nel tessuto della città e in particolari poetici a volte inconsueti. La mostra fotografica sarà aperta per tutta la settimana di FARE.

Un festival diffuso, pensato dalle persone per le persone in un hic et nunc localizzato e specifico.

Una occasione per gettare uno sguardo sul panorama del giovane teatro professionistico in una cornice decentrata rispetto alle grandi metropoli.

Tutto questo è FARE Festival.

Tutte le informazioni sono presenti sul sito www.farefestival.org

Per prenotazioni e informazioni la segreteria del festival è attiva all’indirizzo mail [email protected] ed è possibile contattare i direttori artistici ai numeri 3343606238 e 3398376474.

Il festival ha una pagina Instagram (@fare.festival) e Facebook (FARE Festival).

Pubblicato da Matteo Palamidesse

Vicedirettore di Numerozero, giornalista dal 2006 con la grande passione per la fotografia. Metà casa in Italia, metà in Etiopia. Divide la sua vita tra lavoro, famiglia ed amici (pochi ma buoni).

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