Sabato 3 Dicembre 2022 dalle ore 16.00 presso la sala convegni di ITOP Spa, Via Prenestina Nuova 307, Palestrina, si terrà il convegno “Riprendiamoci il futuro…anche con lo sport” organizzato dal Circolo Culturale Prenestino Roberto Simeoni di Palestrina.

Un momento di riflessione su una tematica importate, quella del disagio fisico e psicologico a cui tante persone fragili sono state sottoposte in maniera diretta (famiglia) o indiretta  (insegnanti, volontari, assistenti) durante il periodo più duro della pandemia.

Il Circolo Simeoni insieme al Comitato di Quartiere Villa Adriana di Tivoli e la Cooperativa Sociale Nuove Risposte di Roma ha raccolto nel volume “Riprendiamoci il futuro”, che verrà presentato durante il convegno, le testimonianze provenienti dalle famiglie, dal mondo della scuola, dal carcere di chi già fragile (disabili e ristretti nelle carceri) ha dovuto subire le conseguenze della pandemia.

Programma. "Riprendiamoci la vita…con lo sport".
Programma. “Riprendiamoci la vita…con lo sport”.

Per approfondire

DISABILITA’ E SPORT

Una delle conseguenze della pandemia è stato quello di aver modificato gli stili di vita per milioni di persone, in particolare toccando l’area dello sport e della mobilità.

Lo sport è relazione, condivisione, inclusione, integrazione prima ancora che competizione, e va rivolto soprattutto a tutte quelle persone che sono lasciate ai margini della società, e purtroppo le persone con disabilità sono tra queste.
Per persone con handicap mentali e fisici lo sport può migliorare le proprie capacità cognitive e far acquisire una maggiore autonomia.

PARALIMPIADI

La disabilità nel mondo sportivo ha assunto un aspetto professionistico. Basti pensare alle paralimpiadi dove in ogni nuova edizione vengono battuti i record mondiali di categoria di ogni sport.

Anche la varietà di sport è sempre più varia e vuole eguagliare sempre di più i normodotati. Un atleta paralimpico è un disabile motorio e viene classificato in base alla sua disabilità.

Ma quando un disabile diventa atleta? Possiamo differenziarli in due categorie: il disabile dalla nascita e il disabile che ci diventa, anche se possiamo inserire una sotto categoria: il disabile che ci diventa da bambino.

Qual’ è la differenza? Il primo sa essere disabile e nel crescere ha adottato un bel po’ di compensi e di abitudini proprie per riuscire a vivere “normalmente“ le sue attività di vita quotidiana. Un po’ anche il bambino che diventa disabile e riesce a sviluppare questo metodo. Il secondo, deve cominciare una nuova vita.

Deve riuscire a vedere non il Bicchiere Mezzo Vuoto, ma mezzo Pieno, nel senso che deve capire quali sono le sue qualità da disabile e sfruttarle al meglio. E diventare atleta paralimpico vuol dire sfruttare tutta la sua forza in quello che gli funziona meglio: utilizzare la sua disabilità per vincere.

È difficile accettare tutto ciò. Pochi atleti ci riescono. Molto supporto è dato da chi hanno alle loro spalle: famiglia e amici.

Per fortuna che oggi grazie a tutto il movimento paralimpico, c’è una crescita dello sport nei disabili. Come disse Alex Zanardi al suo risveglio dopo l’incidente che gli ha causato la perdita delle gambe: “Non bisogna piangere su quello che manca, ma sorridere su quello che si ha”.

Leggi anche:

Al “Rosmini” di Palestrina istallazioni artistiche per il 25 novembre

Pubblicato da Matteo Palamidesse

Vicedirettore di Numerozero, giornalista dal 2006 con la grande passione per la fotografia. Metà casa in Italia, metà in Etiopia. Divide la sua vita tra lavoro, famiglia ed amici (pochi ma buoni).

Lascia un commento

Rispondi