Sul parquet di Valmontone, l’ultima partita della carriera per Simone Rischia, bandiera storica della pallacanestro di Palestrina

di Massimiliano Rosicarelli

Palestrina.  Sapere che la sua avventura sportiva termina col Palestrina fa comunque un certo effetto. Così Simone Rischia saluta il parquet nel club arancioverde che per anni  lo ha accompagnato nella sua carriera cestistica e che carriera, fatta di canestri, assist, gesti e stile. Non è una notizia, ma sapere che è  ufficiale fa comunque una certa impressione, a tutti. Per lui, Simone (Rischia ndr) non è un momento triste, non c’è rimpianto nè nostalgia. Non più, ne siamo sicuri. Perché in questi giorni ha avuto modo di ripensare a tutto quello che è successo nelle annate  in arancioverde tra il calore della città e della tifoseria e  poi di lì tornare indietro, e rivivere il più bel sogno che un ragazzo ha, quello di vestire la maglia, la canotta della propria città ad un passo dalla Serie A2 è qualcosa che a pelle ti segna e non poco col solo rammarico che, l’arrivo del Covid ha privato il ragazzo e i compagni, la squadra di un qualcosa d’incredibilmente vero, il salto in A, agli ordini di coach Ponticiello.

21 APRILE, DATA INCANCELLABILE

Tutti i ricordi, tutte le gioie, tutti i trionfi e – per dirla tutta – anche qualche  amarezza; oggi tutte queste immagini passano davanti e a un certo punto si appannano e si dissolvono in quell’abbraccio meraviglioso che domenica la città di Palestrina gli tributerà ma non a Palestrina, bensì a Valmontone perché, nel 2024 non siamo capaci in città di avere un Palaiaia aperto, una struttura a norma, un teatro di sport chiuso per colpe di tutti, nessuno escluso. Questa è la fotografia che racchiude tutto, l’istantanea che vogliamo portare sempre con Simone, in un 21 Aprile 2024 che vogliamo far stampare nel cuore di questo ragazzo, il ragazzo della porta accanto. Incancellabile, termine che allude al giorno della sua ultima partita in campionato e alla ‘standing ovation’ del pubblico prenestino collocato in una Valmontone ospitale come sempre contraddistingue lo spirito cittadino limitrofo e non è poco di questi tempi.

TIFERO’ SEMPRE PALESTRINA

Qualche tempo fa, pensavamo alla data di chiusura della carriera sportiva di Simone Rischia ripensando a quanto ha dato e ricevuta da questa gloriosa maglia, la numero 5 con lo stemma e i colori arancione e verde: ebbene quel giorno eccolo con lo svuotamento il suo armadietto, e uscendo dal campo d’allenamento, ripensi a quel posto, il Palaiaia  dove per molti mesi lo abbiamo  aspettato per fare due chiacchiere, ai tempi della serie B che contava di più, ad un passo da quella serie A che Palestrina aveva meritato sul parquet. Lo abbiamo aspettato per un saluto; sotto la neve, il gelo, la pioggia, il sole che picchiava al rientro dalla pausa estiva. Ma questa volta siamo noi a volerlo salutare e ringraziare perché ha saputo entrare nel cuore della gente con giocate d’alta classe e con tanta umiltà, serietà, impegno ed attaccamento alla maglia, alla casacca. I giocatori passano, la Palestrina che amiamo tutti, rimane. Rimangono i suoi compagni, ai quali saprà dare consigli e sempre per loro tiferà. Rimarranno soprattutto i  tifosi, che sono il Palestrina.

LA MAGLIA NUMERO 5. Poi tanta voglia di uscire in punta di piedi senza troppe fanfare, né pretendendo privilegi: A Palestrina rimarrà quella maglia che ha amato e amerà sempre, che ha desiderato e rispettato, senza alcuna deroga, senza sconti. Chissà se sarà felice che altri dopo di lui possano indossarla, anche e soprattutto la numero 5 che da quando esistono i nomi sulle maglie, ha sempre portato il suo. E sarà orgoglioso del bene che Palestrina gli ha dato sul campo e che continuerà a darli in Vita perché Simone Rischia da Palestrina ora è entrato di fatto nella storia di un incancellabile libro nato in quel lontano ma non troppo 1962 targato Palestrina Basket. Grazie, Simone, ieri, oggi e domani.

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