Intervista al candidato di Palestrina In Comune
Cristiana Polucci, da dove è nata questa esperienza?
Ogni esperienza fatta nel tempo, credo sia stata preparata dalle esperienze precedenti. Avevo questa spinta, del fare qualcosa per gli altri da tempo. Ho fatto una serie di scelte, mettendomi in gioco, dal consiglio d’Istituto di quando ero al liceo, dalla rappresentanza nel corso di laurea di Medicina durante l’università, passando per la Presidenza dell’Azione Cattolica della Diocesi di Palestrina fino ad arrivare alla candidatura a Sindaco. Ma non è un percorso che nasce oggi, nasce a Gennaio 2018 e trova compimento nella competizione elettorale odierna. Non saremo una movimento nato con il mero fine elettorale, questo è poco ma certo.
Quali sono le realtà che sei riuscita a riunire in questo progetto?
Non ci sono realtà ma ci sono persone. Persone che hanno messo a disposizione tempo e competenze, le loro storie ed anche dei simboli, che si sono inseriti nell’arco del tempo. Il fatto che qualcuno di noi abbia aderito a Italia In Comune nasce dal fatto che abbiamo letto la loro carta dei valori ed abbiamo scoperto che qualcuno voleva per il paese ciò che noi nel piccolo vogliamo per Palestrina. Comunque si abbiamo Italia In Comune, I Verdi con Felice Alese che sono stati i primi a mettersi a disposizione, e in ultimo si sono uniti i ragazzi di +Europa, ovvero uno slancio e un punto di vista giovane e fresco sulla nostra comunità.
Maggio 2019: pensi che Palestrina sia pronta ad un sindaco donna?
Io sono certa che Palestrina avrà un sindaco donna. Le donne sanno bene il valore aggiunto che possono portare all’amministrazione di questa città. Pensa che se non fossero arrivati i ragazzi di +Europa noi avremmo faticato a trovare gli uomini da mettere in lista. Le rivoluzioni hanno bisogno di tempo e pazienza e chi è più paziente e rivoluzionario una donna? Palestrina è pronta, dovrà esserlo per forza. La Cingolani disse: “Lasciate fare a noi, non possiamo fare peggio di ciò che avete fatto voi”.
Se ti chiedessi di dirmi tre cose, le tue prime tre priorità per Palestrina…
La famiglia, l’ambiente e la cultura e se posso aggiungere un’altra cosa aggiungerei la trasparenza. Se ci sono le famiglie, se abbiamo strumenti adatti a rendere vivibile questa città per le famiglie, ci saranno i bambini, e allora avremo scuole migliori, spazi più adatti a loro, giovani coppie. Pensaci, sostenendo le famiglie sosterremo anche gli anziani, che sono spesso e volentieri a loro carico. Sull’ambiente dobbiamo migliorare l’economia circolare di questa città. Recuperare gli edifici esistenti, pensare alle rinnovabili per il centro storico, pensare a delle misure per le aziende locali che sposano la causa ambientale.
Sulla cultura posso dire che se continuiamo a pensare la cultura come il piccolo evento estivo o al Museo Archeologico come ad un’entità astratta sbagliamo. Dobbiamo ricostruire un progetto culturale per la città, che coinvolga le scuole, la cittadinanza, le associazioni, ripensando i nostri percorsi, le nostre aree verdi e i nostri parchi. Non sono cose costose, basterebbe pensare ad un fine unico.
Sulla trasparenza dico solo che occorre far vedere alla cittadinanza ciò che fa il consiglio comunale, quindi è ora di dare il via allo streaming. Palazzo Verzetti non può essere blindato, il cittadino deve sapere cosa accade dentro. Dobbiamo avere la possibilità di fare un accesso agli atti in tempi brevi. Pensa solo che ho fatto accesso agli atti a Febbraio su Piazzale Italia e sul contratto di Ambiente ed ancora non ho ricevuto risposta.
Mettiamoci in testa che la corresponsabilità e la compartecipazione sono fondamentali. Se qualcuno butta l’immondizia per strada e noi lo vediamo o se si è a conoscenza che i nostri vicini di casa hanno rapporti non sereni che magari coinvolgono i bambini, noi dobbiamo capire che il nostri intervento è un valore, significa essere comunità
Non ti chiederò un pronostico ma cosa speri che non accada a Maggio?
Spero che la gente non voti qualcuno che le prometta un posto di lavoro o la strada asfaltata, ma che senta la responsabilità del voto, pensando a coloro che hanno perso la vita per il diritto al voto. Spero che la gente capisca che il voto è qualcosa che compra grande responsabilità, la corresponsabilità appunto. Dobbiamo pensare al nostro futuro, ma anche e soprattutto a quello delle generazioni che verranno. Ecco perché osservo le altre coalizioni e vedo il vecchio che si riorganizza in forme diverse, ma sempre vecchio rivisitato è. Anche il centro destra che oggi si presenta sotto una nuova veste è un centro destra che non esiste, che in passato ha fatto accordi con Lena, che stava già all’interno di diverse maggioranze.