Neonato morto in culla. La tragedia avvenuta nella notte tra il 6 e 7 Maggio, ad Artena. Inutili i tentativi di rianimazione del personale sanitario giunto sul posto.

E’ notte fonda, i genitori (entrambe di 26 anni) chiamano il 112. Il neonato, dopo l’ultima poppata avrebbe smesso di respirare. I sanitari, giunti sul posto, tentano in ogni modo di rianimare il bambino, ma non c’è niente da fare. Tutti gli sforzi risultano vani.

Sul posto anche i carabinieri della Compagnia di Colleferro. Il corpo del bambino non presentava alcun segno di violenza ed il bimbo non avrebbe presentato precedentemente problemi di alcun genere, per questo ne è stata disposta l’autopsia – che verrà eseguita presso il Policlinico di Tor Vergata.

Potrebbe trattarsi di un caso di morte in culla.

La sindrome della morte in culla, o sudden infant death syndrome (Sids), colpisce i bambini tra un mese e un anno di età. La definizione Sids, che non corrisponde a una precisa patologia, si applica quando si possono escludere (previa autopsia e analisi accurate dello stato di salute del bambino e delle circostanze della sua morte) tutte le altre cause note per spiegare il decesso del neonato, da malformazioni a eventi dolosi.

Le cause della morte in culla non sono ancora note nonostante moltissimi studi e ricerche.

Sono noti invece alcune condizioni e fattori di rischio favorenti la possibilità che un piccolo bambino vada incontro a morte in culla tra cui, in particolare, anomalie di aree del cervello che controllano la respirazione durante il sonno.

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Poli, attivo il servizio di pronto intervento sociale

 

 

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