Roma, caso Tredicine: Campidoglio approva mozione per rinvio direttiva Bolkenstein

A 48 ore dal voto è già passata alla storia come la “Salva-Tredicine”, la mozione ex art.109 firmata da Andrea Coia, presidente della commissione Commercio, che rinvia di fatto la direttiva europea Bolkenstein, che prevede la messa a gara di tutte le postazioni di vendita su suolo pubblico (mercati, bancarelle, camion-bar), e proroga le concessioni per gli ambulanti fino al 2020.

In un consiglio infuocato, con i soli voti contrari di Pd, lista “Marchini” e della civica “Roma torna Roma“, è stata approvata la mozione firmata da Antonio Coia, presidente della commissione Commercio della giunta Raggi, che prevede una proroga delle concessioni degli ambulanti fino al 2020 e il conseguente slittamento della direttiva europea Bolkenstein.

Va sottolineato che tale mozione è di competenza del governo e, quindi, il Consiglio ha approvato il documento che invita la Raggi ad attivarsi presso il governo stesso per l’accettazione.

Tornando indietro di qualche tempo, chi non ricorda l’ex sindaco Marino e lo stop alle concessioni per le bancarelle di Piazza Navona? Proprio in quel caso si palesava un evidente monopolio, da parte della famiglia Tredicine, che oggi in effetti detiene più del 50% dei banchi e delle bancarelle ambulanti della città.

Il caso si è palesato in aula durante il consiglio dell’altro ieri, quando Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini, ha chiesto espressamente al Consiglio “più trasparenza, per capire quali lavoratori vanno tutelati”. Come pronta risposta da parte di alcuni spettatori, ambulanti che hanno partecipato al consiglio, tra i quali alcuni membri della famiglia Tredicine, si sono sollevate vere e proprie minacce indirizzate al consigliere “Buffone”, “Te sfonnamo”.

Con 12mila postazioni e un fatturato di centinaia di milioni di euro, il comparto risulta indubbiamente di grande interesse, specialmente per la zona del centro storico, dove i Tredicine detengono pressoché un monopolio (si calcola oltre il 60% delle bancarelle).

Già durante la campagna elettorale il M5s aveva strizzato l’occhio agli ambulanti, lo stesso Di Maio aveva partecipato alla manifestazione contro la Bolkenstein, facendosi fotografare insieme a Dino Tredicine in piazza, con tanto di maglietta “No Bolkenstein”.

Oggi si arriva a calcare la mano non solo sulla direttiva ma anche su Piazza Navona. Per la festa della befana, infatti, la giunta Raggi sta cercando di allestire in tempi record un bando per Piazza Navona, a dispetto del parere negativo del Municipio I e dello stesso Assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro, Adriano Meloni, secondo il quale “per quest’anno, purtroppo, non ci sono i tempi per fare la gara. Per la pubblicazione del bando sono già stati sforati i 90 giorni di anticipo, quelli raccomandati da Anac. Detto altrimenti: l’unica cosa che possiamo fare è lavorare per la gara che verrà indetta l’anno prossimo, per l’edizione 2017/2018“.

Ma passano poco meno di 48 ore e lo stesso Assessore, con un video su Facebook, afferma il contrario. Che alcune pressioni siano state esercitate in maniera piuttosto pesante è indubbio, ma un capovolgimento del genere desta molta perplessità, specialmente in quella base del movimento che, ad oggi, chiede a gran voce alla giunta “massima trasparenza” sul caso.

La Raggi afferma che “non si possono sacrificare 10mila operatori per combatterne poche decine” e invita a leggere meglio la mozione, con la quale il Consiglio la invita ad attivarsi presso il Governo per la proroga della Bolkenstein e per escludere da essa le “microimprese”. Peccato che il giro di alcuni gruppi, come quello dei Tredicine, è tutto fuorché “micro”.

In molti pensano che la strada che verrà presa dal Campidoglio vada verso la autosospensiva della direttiva. Forse sperando in tempi migliori, o forse aspettando che accada qualcosa in Parlamento. Con buoni affari di alcune famiglie e grande caos nella regolamentazione del settore.

 

 

 

 

Pubblicato da Matteo Palamidesse

Vicedirettore di Numerozero, giornalista dal 2006 con la grande passione per la fotografia. Metà casa in Italia, metà in Etiopia. Divide la sua vita tra lavoro, famiglia ed amici (pochi ma buoni).

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