Roma, caso rifiuti: Muraro indagata sin da Aprile, Raggi ne era al corrente

Ieri la Raggi e la Muraro sono state ascoltate dalla Commissione Ecomafia. La Muraro ha ammesso di sapere dell’indagine sin da Luglio. Il sindaco Raggi in difesa del proprio assessore.

Il M5s affronta a Roma una questione spinosa: dare o meno seguito a ciò che da sempre ha predicato, un giustizialismo tout court senza se e senza ma.
Sbandierare ai quattro venti oggi, la differenza tra indagine, avviso di garanzia e rinvio a giudizio sul caso Muraro cozza con le richieste di dimissioni avanzate in centinaia di casi, e in molte purtroppo solo per chiacchiericcio giustizialista.
Ne siamo convinti, prima di un passato in giudicato ogni cittadino è innocente. Per questo non concepiremo mai la gogna prima di un processo.
A chi dice che la Raggi è sotto attacco mediatico, e che se i giornali avessero destinato la metà dell’attenzione che stanno destinando adesso al Caso Muraro, alle vicende di Mafia Capitale, tutto sarebbe andato in maniera diversa, rispondiamo che proprio grazie alla mole importante di attenzione mediatica dei giornali su Mafia Capitale, oggi abbiamo un’Amministrazione del M5s a Roma.
Oggi sappiamo che la Raggi e la Muraro sapevano da Luglio che vi era un’indagine in corso, e la difesa di ieri in Commissione Ecomafia del Parlamento è apparsa goffa e ridicola tanto quanto sono inconsistenti i due mesi e poco più di amministrazione della capitale e tanto inverosimile quanto fantasioso l’attacco dei “poteri forti” al cambiamento, come se il tutto si potesse risolvere con un caso “Watergate” nostrano.

Oggi è arrivato il momento di maturare, dire finalmente ai cittadini che si, si può essere indagati, ma non per questo si è criminali.
Si, si può sbagliare, ma non per questo si è per forza incompetenti.
No, non basta gridare “onestà” per cambiare un paese ( in questo caso Roma) perché la realtà è ben diversa dalla parte recitata su un palco.

Siamo convinti che quanto operato dalla Raggi a Roma sia contrario al principio di trasparenza del Movimento, ma farne una questione di principio risulterebbe un’infamia.
Crediamo sia una scelta profondamente sbagliata dal punto di vista etico tenere nascosta questa indagine; “fare i furbi” (perdonate la ripetizione) giocando sulla differenza tra “avviso di garanzia” e “rinvio a giudizio” lo riteniamo, questo si, inaccettabile, perché offende la nostra intelligenza di cittadini.

Ricordiamo tutti la Raggi che chiedeva trasparenza a Pizzarotti, che aveva tenuta nascosta un’indagine sul suo conto: ” Noi, non chiediamo la sospensione di Pizzarotti per l’avviso di garanzia, ma perché non c’è stata quella trasparenza che noi chiediamo e pretendiamo”.

Metà dei cittadini di Roma ha dato la propria preferenza al sindaco Raggi e credeva profondamente nel cambiamento annunciato, al quale molto probabilmente si è affidata anche la metà di coloro che invece non ha scelto il M5s. In fin dei conti si è sindaco di tutti no?
A dispetto dello sfacelo precedente, al quale anche il Partito Democratico (lo diciamo per chi avesse l’intenzione di giocarsi la carta) ha contribuito in maniera sostanziale e profonda, eri per molti una ventata di aria fresca, finalmente una novità.

Oggi va cambiato registro: invocare inesperienza, giocarsi la carta dei poteri forti, ricordare il passato fatto dei Buzzi e Carminati, ricordare le malefatte di uomini del Pd, non serve, non risolve il problema, significa solo creare una cortina di fumo sul presente, è un giochino poco furbo come quello andato in onda ieri in Commissione ecomafia sulla differenza tra le parole.

Lo diceva Nanni Moretti in Palombella Rossa, ” Le parole sono importanti”: onestà.

 

Pubblicato da Matteo Palamidesse

Vicedirettore di Numerozero, giornalista dal 2006 con la grande passione per la fotografia. Metà casa in Italia, metà in Etiopia. Divide la sua vita tra lavoro, famiglia ed amici (pochi ma buoni).

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